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Brescia
di REDAZIONE 05 dic 2017 08:06

I nuovi "Cinema Paradiso"

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Oggi, nella sala Sant'Agostino di Palazzo Broletto a Brescia, la presentazione della ricerca sulle Sale della Comunità e il loro apporto alla cultura dei territori

Un tempo si chiamavano “cinema parrocchiali”, oggi “Sale della Comunità”. Nonostante gli anni, le crisi, le trasformazioni tecnologiche, i cambiamenti degli spettatori, il circuito delle sale cattoliche sta vivendo un momento di rinnovata centralità come “presidio culturale di tante piccole comunità italiane” (Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali) e mostra una grande capacità di rigenerare la propria esperienza. A questo fenomeno è dedicato il volume “I nuovi Cinema Paradiso” (Vita e Pensiero, 2017) che viene presentato questa sera, martedì 5 dicembre alle 18 presso la Sala Sant’Agostino (Cortile Broletto, Brescia).

La presentazione, moderata da don Adriano Bianchi, presidente Acec Brescia, vede la partecipazione di Alberto Bourlot, esperto di semiotica e Mariagrazia Franchi, professore di Media studies and cultural history presso l’Università Cattolica di Milano, entrambi curatori della ricerca. Introduce Nicoletta Bontempi, presidente di Fondazione Provincia di Brescia Eventi. Il libro raccoglie i risultati di una ricerca promossa dall’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) e svolta dall’Università Cattolica. La ricerca ha coinvolto ben 272 responsabili di Sale della Comunità e 168 parroci in tutta Italia, offrendo un’immagine ricca e aggiornata di questa realtà paradigmatica, analizzandone le attività, le reti di relazioni attivate e i servizi resi alla comunità civile ed ecclesiale.

In un quadro di contrazione dell’esercizio cinematografico, le Sale della Comunità sembrano aver trovato un equilibrio, un modello di sostenibilità che si manifesta sia nella resistenza nel tempo (il 33% delle Sale opera da 41-60 anni e addirittura il 17% è attivo da più di 60 anni), sia in un’estensione della rete: l’11% delle Sale censite sono state aperte (o riaperte) negli ultimi 10 anni. Il secondo tratto è la polifunzionalità, l’uso di spazi, strutture, idee ed energie personali per una molteplicità di attività diverse: il cinema, certo, ma anche (in quasi il 60% dei casi) il teatro, gli spettacoli musicali dal vivo e i cicli di conferenze, spesso dedicate a temi emergenti, importanti dal punto di vista civile e in grado di suscitare dibattito. Il terzo tratto è l’ascolto e il dialogo con gli altri operatori sociali e culturali. Anche per ragioni pratiche, le Sale si mostrano disponibili a collaborare con le amministrazioni pubbliche, con le scuole, con le associazioni che operano sul territorio, partendo dal più semplice gesto di ospitare nei propri spazi le iniziative lanciate da altri, fino alla progettazione comune, soprattutto con scuole e con altre sale.

REDAZIONE 05 dic 2017 08:06