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di ROMANO GUATTA CALDINI 11 mag 2017 13:41

Da Dazzi a Paladino polemica senza fine

La polemica sulla ricollocazione del Bigio ha ricominciato a tenere banco

Bigio sì, Bigio no. Dopo l’installazione della stele di Mimmo Paladino in piazza Vittoria, sul basamento che durante il Ventennio ospitava l’opera di Dazzi, la polemica sulla ricollocazione del Bigio ha ricominciato a tenere banco. La controversia si protrae da anni ma le recenti dichiarazioni del presidente della Fondazione Brescia Musei Massimo Minini hanno riacceso nuovamente il dibattito. “L’errore è stato di non fare a pezzi quell’orribile statua del Dazzi. Avrebbero risolto il problema alla radice. Quando uccisero Benito i partigiani sapevano esattamente che se lo avessero lasciato in vita sarebbe successo il finimondo. E così provvidero a sistemare le cose” ha sentenziato Minini su Facebook. Le reazioni non si sono fatte attendere. Dalla politica agli esponenti del mondo culturale bresciano sono arrivate le richieste di dimissioni. Da parte sua il sindaco Del Bono, definendo “inopportune e non condivisibili” le parole di Minini, gli ha comunque riconfermato la fiducia, annunciando “l’avvio di un percorso di studio scientifico sulla statua di Dazzi, in modo da poterla esporre al pubblico”. Ora la disquisizione dovrebbe essere ricondotta sul piano puramente artistico, ma l’origine e la storia dell’opera di Dazzi impediscono che questo avvenga. Il Bigio, senza dubbio, riporta alla mente un passato da dimenticare.

D’altro canto c’è una fetta di bresciani che non si rassegna e rivuole il “maschio fascista” sul suo storico piedistallo. Quindi? Non prevediamo il futuro ma è facile immaginare che, se anche un domani il Bigio fosse ricollocato in piazza Vittoria, non avrebbe vita facile. Anche su questo si dovrebbe riflettere... 

In ogni caso chi dovrà decidere il futuro dell’opera di Dazzi potrebbe prendere in considerazione la proposta del duo Guerri-Sgarbi: collocare il Bigio negli spazi del Musa di Salò, davanti alle acque del “canto del cigno” mussoliniano, consegnandolo così, definitivamente, alla storia. 

ROMANO GUATTA CALDINI 11 mag 2017 13:41