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di ANSELMO PALINI 02 mar 2017 09:16

Il cenacolo di Claudia

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Claudia Tosana è stata testimone di quel particolare “cenacolo culturale e spirituale” che si realizzò a casa sua e che è stato animato dalla presenza di don Primo Mazzolari. Si è trattato di un luogo di confronto e di dialogo importante per la Brescia degli ultimi anni del fascismo e degli anni Cinquanta

Se ne è andata in punta di piedi, senza disturbare nessuno. Per sua esplicita volontà, la notizia della morte è stata diffusa a funerale avvenuto. Stiamo parlando di Claudia Tosana, le cui esequie sono state celebrate nella chiesa di Sant’Alessandro, in città, in forma privata, martedì 21 febbraio. Claudia Tosana aveva 94 anni. Figlia unica di Paolo e Rachele, titolari della storica farmacia di via Moretto, posta proprio di fronte alla chiesa, Claudia Tosana è stata testimone di quel particolare “cenacolo culturale e spirituale” che si realizzò a casa sua e che è stato animato dalla presenza di don Primo Mazzolari. Si è trattato di un luogo di confronto e di dialogo importante per la Brescia degli ultimi anni del fascismo e degli anni Cinquanta. Ma vediamo come tutto ciò si è realizzato e sviluppato. Nel 1936, ad una serata in città, che vede don Mazzolari come relatore, per un disguido negli avvisi, si presentano solo poche persone. Tra i pochi presenti vi sono i coniugi Tosana, che allora ospitano don Primo a casa loro a cena, allargando poi l’invito ai pochi presenti per una conversazione con il parroco di Bozzolo dopo cena. Così, dal 1936-37, don Mazzolari inizia a frequentare la casa del farmacista dottor Paolo Tosana. Questo rapporto continuerà fino al 1959, anno della morte di don Primo, e si svilupperà anche in un ricco scambio epistolare. Ben presto, nella casa bresciana di via Moretto 67, la presenza di don Mazzolari richiama diverse persone.

Non si tratta di assistere a conferenze del parroco di Bozzolo, bensì di partecipare a delle riflessioni e conversazioni sulla situazione del Paese e su problemi connessi con l’attualità. Questi incontri aiutano in quegli anni numerosi bresciani a resistere alla dittatura fascista e successivamente ad impegnarsi in prima persona, in campo politico e culturale, nella ricostruzione del Paese. A questa sorta di cenacolo spirituale e culturale partecipano, chi già prima della guerra e durante gli anni del conflitto, chi invece, poiché più giovane, nel dopoguerra, Stefano e Ercoliano Bazoli, Fausto e Stefano Minelli, Camillo e Giulio Togni, Mario Cassa, Vittorio Sora, Fabiano De Zan, Leonzio Foresti, Annibale Fada, Romeo Crippa, Antonio Bellocchio, Edoardo Malagoli, Massimo Avanzini, Gianfranco De Bosio, Gaetano Masetti e signora, Francantonio Biaggi, mons. Giuseppe Almici,  Pierfranco Biemmi, Giulio Onofri e diversi altri ancora. Si tratta di esponenti del mondo cattolico bresciano, ma anche di liberali e di zanardelliani. Le conversazioni vertono su tematiche di ordine religioso e sui più scottanti problemi del tempo. Tutti i convenuti sono alla ricerca di una parola chiara e aperta, che li aiuti a orientarsi in un tempo in cui, con la dittatura fascista, non vi è alcuna forma di libertà e giungono solo le informazioni manipolate e filtrate dal regime. Il mondo culturale del tempo è chiuso ad ogni confronto ed è assolutamente difficile e rischioso leggere autori stranieri.

Don Mazzolari, che da anni invece studia e apprezza scrittori, come quelli francesi, proibiti dal regime, porta dunque aria nuova e fresca non solo in campo religioso, ma anche culturale. Allo stesso modo, per gli incontri che si svolgono negli anni successivi alla caduta del fascismo, la parola di don Mazzolari aiuta ad orientarsi in un contesto culturale, politico ed ecclesiale assai complesso e caratterizzato da forti rigidità. Il rapporto con la famiglia Tosana è stato caratterizzato anche da un ricco rapporto epistolare, dove emerge l’affetto che don Primo prova per Paolo, Rachele e Claudia Tosana. Scrive ad esempio il parroco di Bozzolo a Rachele Tosana in una lettera della Vigilia di Pentecoste del 1949: “L’aria di Brescia mi fa bene. Sono tornato nient’affatto stanco. Lo sono di più oggi. Ma ieri il cuore camminava bene. Si capisce che il dialogare tra persone così elette come quelle che voi sapete intelligentemente scegliere, mi giova”. Claudia Tosana è stata testimone di tutto questo. Ad un convegno diocesano del 2009 al Centro Paolo VI, Claudia Tosana concluse il suo ricordo di don Mazzolari con queste parole: “Ho avuto il grande privilegio di conoscere e ascoltare più volte uno dei più grandi testimoni e profeti del nostro tempo. E le sue parole hanno sempre guidato la mia vita”.

ANSELMO PALINI 02 mar 2017 09:16