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di GIANCARLO PARIS 02 mar 2017 08:55

La Parola è un dono

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Chi può guarirci dalla terribile tentazione di ripiegarci su noi stessi? Di chiudere il nostro orizzonte di ragionamento sull’io? Di limitare il nostro terreno di azione al proprio tornaconto? La risposta è nell’Altro

Il messaggio che Papa Francesco ci dona per la Quaresima ha come titolo “La Parola è un dono. L’altro è un dono”. In esso si rilegge in modo profondo e anche nuovo la parabola del povero Lazzaro e del ricco epulone. Papa Francesco sottolinea che l’origine del male è il non prestare ascolto alla Parola di Dio. Se il ricco l’avesse ascoltata e messa in pratica avrebbe aiutato il povero Lazzaro. Anche Abramo dice, “Hanno Mosè e i Profeti”, ascoltino loro. La radice del male è l’ignoranza della Parola. Per noi francescani la Regola è un monito: “Vivere il Vangelo”. La prima indicazione quindi, per vivere in modo adeguato l’atteggiamento di conversione proprio del tempo forte della Quaresima è la conoscenza della Parola. Come? Qui ognuno è chiamato a trovare il proprio itinerario. Ci sono proposte nella Diocesi, nella Parrocchia, nella comunità che aiutano a conoscere e quindi, ad amare la Parola. La Parola è Luce, aiuta il credente a discernere bene e male. La Parola è Via quindi traccia la strada, il percorso che porta ad una vita santa e riuscita. Papa Francesco sottolinea ulteriormente che alla radice del comportamento umano si insidia sempre l’egoismo.

Chi può guarirci dalla terribile tentazione di ripiegarci su noi stessi? Di chiudere il nostro orizzonte di ragionamento sull’io? Di limitare il nostro terreno di azione al proprio tornaconto? La risposta è nell’Altro, nel fratello che ci interpella con la sua presenza e ci completa con la sua amicizia. L’altro è la nostra medicina perché ci chiede di superare la porta chiusa dall’egoismo. L’altro è la nostra possibilità di un amore più grande rispetto alla miseria dell’egolatria (amore disordinato di sé). Se la prima indicazione di conversione la troviamo nel conoscere/amare la Parola di Dio, la seconda è l’apertura all’altro, la cura delle relazioni umane. Noi consacrati viviamo l’esperienza entusiasmante della vita fraterna, della vita comune. Allora siamo chiamati a curare le relazioni all’interno della comunità. Spesso diamo il meglio di noi alle persone che vivono fuori dalle mura del Convento ed è cosa molto buona. Ma il rischio a volte è di dare il peggio all’interno della comunità. All’esterno sorrisi e servizi, all’interno musi lunghi e mormorazioni. Vivere la conversione nella Quaresima coltivando l’amore per la Parola perché ci aiuti sempre più ad amarci gli uni gli altri.

GIANCARLO PARIS 02 mar 2017 08:55