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di PAOLO BUSTAFFA 22 set 2016 12:11

Sport. Perché non insieme?

Le più diverse e sorprendenti storie di vita hanno accompagnato le Paralimpiadi appena concluse. Non sono mancate le domande...

Le più diverse e sorprendenti storie di vita hanno accompagnato le Paralimpiadi appena concluse. Non sono mancate le domande. Dove, questi atleti, hanno trovato tanta energia non solo muscolare? Come l’hanno fatta crescere? Molte risposte sono arrivate proprio da loro che sui campi di gara davano prova di dignità umana. Poi la domanda si è spostata sulle nuove tecnologie, sulla loro capacità di consentire a una persona disabile di correre, nuotare, saltare, tirare di scherma…

Limiti ritenuti fino a ieri invalicabili sono stati superati e non si può che essere lieti di questi risultati e di altri che già sono stati annunciati. È spuntata, in questa riflessione, la domanda sul tema del limite e in particolare sul tema del suo superamento che, se male inteso, può portare all’illusione che tutti i limiti cadranno e il superuomo vincerà sempre e comunque. A dire il vero sono stati proprio gli atleti delle Paralimpiadi a mettere le cose a posto, rivelandosi maestri in umanità. Un’altra domanda riguarda la separazione così netta tra questi giochi e quelli olimpici. Scrive al riguardo l’opinionista Gianluca Nicoletti: “Varrebbe la pena di immaginare un’olimpiade futura in cui non esista più una prima parte in cui gareggiano i normodotati e una seconda dedicata agli atleti disabili”. Come non condividere una “immaginazione” che ripropone un passo avanti nella riflessione sull’uomo e un passo avanti nella riflessione sul ruolo delle nuove tecnologie per la promozione della dignità umana? Immancabilmente il pensiero corre agli atleti delle Olimpiadi applauditi per le medaglie conquistate ma non di meno per lo spettacolo di umanità che hanno offerto al mondo.

 A questo punto la domanda “Perché non insieme?”: si chiede di studiare un percorso in cui tutti gli atleti possano gareggiare riducendo le separatezze, creando anche nel mondo dello sport un’ulteriore grande occasione di incontro. Le nuove tecnologie hanno detto e dicono che è possibile oggi superare limiti ritenuti ieri invalicabili. Allora essere insieme nella gara non è un sogno ma una scelta di civiltà di cui il mondo ha bisogno. “Perché non insieme?” è dunque la domanda che attraversa le gare olimpiche ed entra nel grande gioco della vita. Non è un sogno se rimarranno nella mente e nel cuore le parole e i volti degli atleti delle Paralimpiadi come, pochi giorni prima, le parole e i volti degli atleti delle Olimpiadi.

PAOLO BUSTAFFA 22 set 2016 12:11