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Roma
di LUCIANO FEBBRARI 08 nov 2017 11:16

La Messa non è uno spettacolo

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Il Papa ha cominciato un nuovo ciclo di catechesi, dopo quello sulla speranza, “che punterà lo sguardo sul cuore della Chiesa", l’Eucaristia: “La Messa non è uno spettacolo. È andare all’incontro della Passione e della Risurrezione del Signore. Niente telefonini!”

“È fondamentale per noi cristiani comprendere bene il valore e il significato della Santa Messa, per vivere sempre più pienamente il nostro rapporto con Dio”. Con queste parole, durante l’udienza, il Papa ha cominciato un nuovo ciclo di catechesi, dopo aver concluso quello sulla speranza, “che punterà lo sguardo sul cuore della Chiesa, cioè l’Eucaristia”, ha spiegato ai 13mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro. “Non possiamo dimenticare il gran numero di cristiani che, nel mondo intero, in duemila anni di storia, hanno resistito fino alla morte per difendere l’Eucaristia; e quanti, ancora oggi, rischiano la vita per partecipare alla Messa domenicale”, ha detto Francesco coniugando attualità e storia della Chiesa. Nell’anno 304, durante le persecuzioni di Diocleziano, un gruppo di cristiani, del nord Africa, furono sorpresi mentre celebravano la Messa in una casa e vennero arrestati. “Quei cristiani del nord Africa furono uccisi per celebrare l’Eucaristia”, ha sottolineato il Papa: “Hanno lasciato la testimonianza che si può rinunciare alla vita terrena per l’Eucaristia, perché essa ci dà la vita eterna, rendendoci partecipi della vittoria di Cristo sulla morte. Una testimonianza che ci interpella tutti e chiede una risposta su che cosa significhi per ciascuno di noi partecipare al Sacrificio della Messa e accostarci alla Mensa del Signore”.

Il significato profondo. “L’Eucaristia è un avvenimento meraviglioso nel quale Gesù Cristo, nostra vita, si fa presente. Partecipare alla Messa è vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania”. Sulle possibili obiezioni sullo stato di salute delle nostre liturgie domenicali, ha detto a braccio: “Il Signore è lì con noi presente – ha ammonito Francesco – ma tante volte andiamo in giro, guardiamo le cose, chiacchieriamo fra noi mentre il sacerdote celebra l’Eucaristia: non celebriamo vicino a Lui, ma è il Signore!”. “Eh, padre, ma le messe sono noiose”, la possibile obiezione. “La Messa no, i preti”, la risposta: “Che si convertano i preti! Ma è il Signore che sta lì”.

Il segno di croce. “Voi avete visto come i bambini si fanno il segno della croce? Non sai se è un segno di croce o un disegno…”. Lo ha detto il Papa, conversando sempre a braccio. “Proviamo a porci alcune semplici domande”, l’invito a proposito delle celebrazione della Messa: “Per esempio, perché si fa il segno della croce e l’atto penitenziale all’inizio della Messa? E quelle letture, perché stanno lì? Perché si leggono e che c’entrano? Oppure, perché a un certo punto il sacerdote che presiede la celebrazione dice: ‘In alto i nostri cuori?’”. “Insegniamo ai bambini a fare bene il segno della croce”, l’esortazione in risposta alla prima domanda, sempre a braccio: “Così incomincia la Messa, così incomincia la vita, così incomincia la giornata. Questo segno vuol dire che noi siamo redenti con la Croce del Signore”. “Guardate i bambini e insegnate loro bene a fare il segno della croce”.

Niente telefonini. È il perentorio invito del Papa, pronunciato a braccio durante la prima catechesi dedicata all’Eucaristia. Il sacerdote, mentre celebra, dice “in alto i nostri cuori”, ha fatto notare Francesco: “Non dice: ‘in alto i nostri telefonini’ per prendere la fotografia. È una cosa brutta!”. Poi il riferimento diretto all’esperienza personale: “A me dà tanta tristezza, quando celebro in piazza o in basilica, vedere tanti telefonini alzati: non solo quelli dei fedeli, ma quelli dei preti e anche dei vescovi”. “La Messa non è uno spettacolo”; ha ammonito Francesco: “È andare all’incontro della Passione e della Risurrezione del Signore. Niente telefonini!”.

LUCIANO FEBBRARI 08 nov 2017 11:16