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Brescia
di REDAZIONE 17 ago 2017 17:02

Con mezza bicicletta ha scalato il Gavia

Simone Temperato firma una nuova impresa: “La ruota anteriore, la forcella e il manubrio per me sono un optional"

Nel ciclismo moderno ma anche in quello di altri tempi, la salita al Passo Gavia da Ponte di Legno è sempre stata considerata come una delle salite alpine più lunghe, dall'importante dislivello, dall'elevata quota altimetrica raggiunta e con pendenze medio-alte, una salita insomma considerata leggendaria che è stata resa celebre dal Giro d'Italia. Un vero e proprio calvario riuscire a scalare il Passo già con una bici normale una follia pensare di scalarlo con una bici priva di ruota, forcella e manubrio.

Una follia per tutti ma non per lui, Simone Temperato, il Magico Tempe come conosciuto dai più, famoso ormai per le sue singolari sfide in impennata sui vari passi alpini e dolomitici, che domenica mattina ha domato le asperità del Gavia con il suo particolare velocipede. Una sfida senza eguali dove equilibrio e concentrazione ma anche forza e resistenza fisica sono alla base per questo tipo di imprese. La bici usata da Simone è una normale bicicletta da corsa a cui sono stati tolti solo i componenti. Per pedalare è davvero difficile, con una mano si deve tenere sul tubo dello sterzo del telaio e con l’altra si deve bilanciare per mantenere l’equilibrio. Da sottolineare per i più esperti del settore la bici non ha il pignone fisso sulla ruota posteriore ma una normale ruota libera, davvero incredibile se pensiamo che l’impresa è stata portata a termine in 1 ora e 47 minuti alla media di quasi 10Km orari! Una lunga e faticosa ascesa resa difficile dalle condizioni del manto stradale che negli ultimi 2 chilometri hanno messo a dura prova il ciclista di Bassano del Grappa che ha dovuto compiere delle manovre improvvise per non rischiare di cadere. Una grande impresa la sua che entra di diritto tra le imprese ciclistiche più incredibili di sempre.

Temperato che non è nuovo a sfide del genere nella nostra provincia, sempre seguito dall’amico Giacomo e dal padre Tiberio Bellicini da Bienno, aveva già affrontato il 1° luglio 2015 con una bici da corsa priva di ruota anteriore il Passo di Crocedomini, mentre il 20 agosto dell’anno scorso era riuscito a scalare la direttissima del Mortirolo da Monno e poi a scendere fino a Mazzo di Valtellina con la mountain bike senza ruota e forcella. Un vero asso della bicicletta che si diverte a sfidare le leggi della fisica.

REDAZIONE 17 ago 2017 17:02