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Roma
19 giu 2017 09:22

Olivelli presto beato

"La sua - spiega il postulatore mons. Paolo Rizzi - è stata una proposta religiosa improntata sulla riconciliazione, sulla solidarietà, sull’amore, per preparare i cuori alla costruzione di una società futura basata sui valori evangelici"

Il 6 giugno 2017, la sessione ordinaria dei Cardinali e Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, considerati attentamente gli atti e valutate le prove raccolte, confermando il precedente giudizio unanimemente favorevole dei Teologi, ha stabilito all’unanimità che sussistono tutti gli elementi richiesti per definire la morte di Teresio Olivelli un autentico martirio cristiano. Pertanto, il Santo Padre Francesco, il successivo 16 giugno, ratificando tale parere affermativo, ha ufficialmente riconosciuto il martirio del Venerabile Servo di Dio, autorizzando la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto nel quale si dichiara che Teresio è stato ucciso in odio alla fede e potrà essere proclamato Beato. Questo atto della Suprema autorità della Chiesa conclude l’iter che precede il rito di beatificazione, la cui data verrà fissata dalla Santa Sede, su richiesta del Postulatore, il quale dovrà prendere accordi con la Segreteria di Stato, il Dicastero dei Santi e il Vescovo di Vigevano. Nei prossimi giorni sarà quindi stabilità la data della desiderata beatificazione che, come prevede la normativa vigente, si terrà nella diocesi che ha promosso la causa del nuovo Beato, quindi a Vigevano.

Si conclude così l’impegnativo percorso processuale, iniziato trent’anni orsono dalla sollecitudine pastorale del Vescovo Mario Rossi e dalla sapienza giuridica di don Mario Tarantola il quale, nella sua qualità di Giudice delegato, ha validamente e lodevolmente istruito la causa di beatificazione ponendo così solide fondamenta quali idonee premesse e salda garanzia di un esito sicuro. Al termine della rigorosa indagine canonica, condotta mediante approfondite ricognizioni testimoniali e storico-documentali, la Chiesa ha accertato che Teresio, dopo i fatti dell’8 settembre 1943, divenne oggetto della persecuzione dei nazisti e dei fascisti a causa dell’opera di evangelizzazione e di moralizzazione che egli svolse negli ambienti in cui operava. "La sua - spiega il postulatore mons. Paolo Rizzi - è stata una proposta religiosa improntata sulla riconciliazione, sulla solidarietà, sull’amore, per preparare i cuori alla costruzione di una società futura basata sui valori evangelici. Ciò andava decisamente a scalfire la strategia dell’odio instaurata dal regime nazifascista. Imprigionato e deportato nei lager, si è sforzato di seminare tanto amore a sostegno di quanti erano nella disperazione: anche questi luoghi di dolore sono diventati per lui motivo di evangelizzazione. Il martirio di Olivelli non è un accadimento improvviso, ma è l’epilogo di un intenso cammino di fede e di un costante esercizio delle virtù cristiane. Il prossimo Beato ha affrontato il martirio mosso dalla sua fede, preparandosi adeguatamente a sacrificare la vita per testimoniare la propria fedeltà a Cristo e l’amore ai fratelli, sofferenti come lui nel campo di concentramento, a cui diede assistenza spirituale e materiale, incurante delle punizioni, fino a morire per i maltrattamenti subiti a causa della sua inesausta carità. Come buon samaritano dell’umanità ha vissuto la sua breve esistenza di soli 29 anni percorrendo le strade dei più deboli e indifesi portando a tutti solidarietà e condivisione, si è chinato su molte ferite del corpo e dello spirito, per tutti è stato un sorriso di Dio e ha accarezzato i cuori desolati, con la sua fede ha operato meraviglie di benessere fisico e spirituale. Con la beatificazione, la Chiesa riconosce ufficialmente la santità e la concessione del culto pubblico di Teresio Olivelli, indicandolo come esempio a quanti desiderano essere nel mondo testimoni di carità, e offrendolo come aiuto a coloro che hanno bisogno della misericordia e della consolazione di Dio".

19 giu 2017 09:22