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di SAVIO GIRELLI 22 dic 2016 08:50

Liturgia luce mirabile

È straordinario come la liturgia riesca a mantenere legami significativi, nel corso dell’anno liturgico, per celebrare la Salvezza. Ad esempio, il legame fra la celebrazione del Natale e della Pasqua è evidente, grazie a piccoli dettagli

È straordinario come la liturgia riesca a mantenere legami significativi, nel corso dell’anno liturgico, per celebrare la Salvezza. Ad esempio, il legame fra la celebrazione del Natale e della Pasqua è evidente, grazie a piccoli dettagli. La colletta della Messa della notte definisce la notte stessa come “santissima”, fatta splendente dal fulgore della vera luce. Lo stesso superlativo lo troviamo nella colletta della Veglia Pasquale, con il medesimo contesto di luce e di gloria. Ecco i due passaggi: “O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo”. Pasqua: “O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo; Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore”. Natale e Pasqua, analoghe notti di luce, dunque. Le assonanze, tuttavia, non finiscono qui. Nella colletta della Messa del giorno, il parallelismo è costituito dall’avverbio “mirabilmente”: “O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti”. Troviamo il medesimo parallelismo anche nelle preghiere della Veglia pasquale, nelle orazioni dopo la prima lettura della creazione. Se si legge la forma breve del testo della Genesi, nell’orazione indicata ci sono le due avverbi importanti: “O Dio, che in modo mirabile ci hai creato a tua immagine e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti”; ma lo stesso concetto è ben presente anche nell’orazione proposta dopo la lettura lunga della creazione, anche se in tale orazione è presente solo l’aggettivo “mirabile”: “Dio…ammirabile in tutte le opere del tuo amore, illumina i figli da te redenti perché comprendano che, se fu grande all’inizio la creazione del mondo, ben più grande, nella pienezza dei tempi, fu l’opera della nostra redenzione, nel sacrificio pasquale di Cristo Signore”. La luce sfolgorante nella notte apre dunque alla contemplazione stupefatta dell’opera di Dio, che segna un nuovo inizio nel suo disegno salvifico. È Lui il protagonista, è Lui che torna ad agire, in Cristo e nella liturgia della Chiesa, e tale azione, mirabile sorprende, fa stupore, desta meraviglia. Che le celebrazioni del Natale ci aiutino, illuminandoci, perché possiamo entrare stupefatti nella contemplazione divina del Natale, così da passare di meraviglia in meraviglia, seguendo in tutto il volere misericordioso di Dio.

SAVIO GIRELLI 22 dic 2016 08:50