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Coccaglio
di DANIELE PIACENTINI 11 ott 2017 16:27

Tutela e valorizzazione del Monte Orfano

Patrimonio storico e culturale, paesaggio, intervento umano e tradizioni: la firma della storica convenzione per salvaguardare il Monte Orfano

Sabato 7 ottobre, a Coccaglio, i sindaci dei Comuni che si adagiano ai piedi del Monte Orfano hanno firmato la storica convenzione per la tutela e la valorizzazione del principale rilievo della Franciacorta. Al tavolo i primi cittadini di Cologne (Comune capofila), Carlo Chiari; Coccaglio, Franco Claretti; Erbusco (la vicesindaco Renata Pangrazio) e Rovato (Tiziano Belotti), in compagnia del presidente di Fondazione Cogeme Onlus, il professor Gabriele Archetti, e dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Mauro Parolini. Scopo della convenzione, come ha ricordato Stefano Belotti, consigliere comunale di Cologne e delegato alla partita del Monte Orfano, è “mettere in campo un’azione organica e coordinata, finalizzata alla salvaguardia del territorio e delle tradizioni storiche e culturali delle popolazioni interessate e alla valorizzazione della zona attraverso l’attivazione di iniziative di sviluppo economico turistico e sociale. Siamo coscienti sia un primo passo per la zona del Monte Orfano, delle sue bellezze naturali e del suo patrimonio storico e culturale, fermo rimanendo che gli altri soggetti pubblici e privati, aventi competenze e ruoli a diverso titolo, potranno in ogni momento fornire il loro apporto e la loro collaborazione”.

Il Monte Orfano, d’ora in avanti, sarà gestito dall’assemblea dei sindaci (con potere decisionale) e da un comitato consultivo, dove siederanno anche quelle associazioni – dagli ambientalisti ai cacciatori, dal Cai a Legambiente – che già oggi fanno vivere il Monte. “La cosa importante – ha aggiunto l’assessore regionale Parolini – è unire tutela e valorizzazione, intervento umano e paesaggio. Come, ad esempio, è stato fatto con il Castello di Padernello, nella Bassa Bresciana”.

I circa cinque chilometri quadrati di Monte Orfano sono divisi in maniera diseguale tra i diversi territori: da Cologne, che ne occupa più di un terzo, a Rovato, che conta solo mezzo chilometro quadrato, pur avendo forse la zona più conosciuta e pregiata, tra vigneti e il Convento dell’Annunciata. Proprio l’Annunciata potrebbe diventare fulcro delle future iniziative sul rilievo, come spiegato dal sindaco rovatese, Tiziano Belotti: “dall’estate i frati Servi di Maria non ci sono più. Alla Provincia veneta dell’Ordine, titolare del convento, vorremmo proporre una sorta di affitto, visto che la vendita ha costi proibitivi (si parla di 8-10 milioni di euro, ndr), in modo da mantenere l’Annunciata come polo culturale e spirituale per tutto il territorio”.

Un Monte Orfano, quindi, fucina di valore per il territorio, anche se spesso misconosciuto ai più. È la tesi sostenuta, sabato scorso a Coccaglio, anche dallo storico don Giovanni Donni, parroco di frazione Sant’Anna a Rovato, che ha tratteggiato in pochi minuti quasi duemila anni di storia: “Il Monte Orfano non è mai stato una barriera, ma un ponte, un collegamento: a sud la pianura, con la vista fino agli Appennini; a nord le valli e il lago d’Iseo. Sul Monte ci sono testimonianze di quello che siamo e saremo: serve però uno studio completo e organico della sua storia. Che poi, alla fin fine, è anche la nostra storia”.

DANIELE PIACENTINI 11 ott 2017 16:27