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Brescia
di VITTORIO BERTONI 25 set 2025 11:08

L'artigianato regge, tra sfide e incognite

Fatturato e occupazione tengono. Soffrono tessile e meccanica, mentre crescono i servizi innovativi. Dazi e instabilità non fermano gli artigiani bresciani. È quanto emerge dall’indagine congiunturale del Centro studi Lino Poisa dell’Associazione Artigiani, che ha coinvolto 1.500 imprese associate: nel primo semestre 2025 il settore mantiene complessivamente stabile sia il fatturato sia la forza lavoro, nonostante il caro-energia e le difficoltà di reperire manodopera specializzata. Il 56% degli imprenditori dichiara fatturati stabili, mentre solo il 15% registra un aumento. Più marcata la sofferenza in comparti chiave come tessile e meccanica, dove oltre la metà degli intervistati segnala cali. Anche le previsioni per il prossimo semestre restano prudenti: il 60% ipotizza stabilità, il 25% un calo e solo il 15% un aumento. Sul fronte occupazione, i livelli restano invariati per il 75% delle aziende. A pesare sono soprattutto l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia (per il 70% del campione) e la cronica difficoltà di reperire figure qualificate, in particolare idraulici ed elettricisti, segnalata rispettivamente dal 70% e dal 62% delle imprese. Se gli investimenti in macchinari si fermano al 7%, segnali incoraggianti arrivano dalla trasformazione dei servizi artigiani: cala l’incidenza dei mestieri tradizionali, mentre crescono attività legate al benessere e alla tecnologia.

“Per fortuna ci sono i giovani che stanno rivoluzionando il nostro modo di lavorare e assecondando le trasformazioni in atto” commenta Enrico Mattinzoli, presidente Artfidi Lombardia e coordinatore del Centro studi. Ma non manca la preoccupazione: “Il problema è la mancanza di maestri, con falegnami e muratori ormai introvabili nei piccoli centri”. Anche la vicepresidente vicario Elena Calvetti sottolinea la capacità di tenuta del settore: “I dazi finora non hanno colpito duramente, ma tessile e meccanica restano in sofferenza. Nonostante ciò, vediamo nei nostri artigiani la volontà di rinnovarsi e di puntare su sostenibilità e svecchiamento delle strutture”. L’indice di fiducia resta stabile per il 58% delle imprese e cala per il 30%. Stabile anche l’accesso al credito per l’84% del campione, il miglior dato dal 2016. Un equilibrio fragile, insomma, che conferma la solidità di un settore capace di resistere alle turbolenze globali, ma che chiede attenzione, formazione e politiche di sostegno per non lasciare indietro il patrimonio artigiano del territorio.

VITTORIO BERTONI 25 set 2025 11:08