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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 21 feb 2020 07:53

Le nuove sfide di Confcooperative

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L'assemblea elettiva della sigla di via XX Settembre. L'intervista al presidente Marco Menni, che si appresta a un nuovo mandato

“Costruttori di bene comune”. È questo il tema di Confcooperative Brescia ha scelto per l’assemblea provinciale che si tiene domani al Museo Santa Giulia di Brescia. L’appuntamento elettivo dovrebbe portare alla rielezione alla presidenza di Marco Menni.

Presidente, qual è lo stato di salute di Confcooperative?

Il quadriennio che si chiude con l’assemblea del 22 febbraio, come avrò modo di dire anche nella mia relazione, è stato positivo. I dati certificano la crescita di Confcooperative. A fine 2018 (i dati del 2019 devono essere ancora elaborati, ndr) erano 525 le cooperative associate, 22.497 i loro dipendenti per un fatturato di 2.883.652.776 euro. Si tratta di numeri di rilievo, che certificano la capacità di resilienza del nostro mondo. Confcooperative nel suo insieme è stata capace di resistere a quella che a inizio mandato sembrava una crisi, ma che col tempo si è trasformata in un vero e proprio cambiamento epocale. Abbiamo aumentato il numero degli occupati, abbiamo aumentato il fatturato e i patrimoni netti. Abbiamo avviato esperienze innovative.

Quello che si conclude, allora, è un mandato con tante luci...

I numeri che ho citato non devono trarre in inganno. Al nostro orizzonte vediamo anche qualche ombra, qualche interrogativo che non possiamo eludere. A partire, per esempio dalla capacità di continuare a sostenere quella missione imprenditoriale e sociale che caratterizza il nostro operare. Ci preoccupa un po’ il venir meno di riferimenti culturali e lo sfaldarsi di contesti sociali che sono stati la culla dell’impresa cooperativa.

Cioè?

Beh, è un dato di fatto che oggi sempre più raramente si assiste alla nascita di nuove cooperative e soprattutto alla comparsa di nuovi cooperatori. Brescia, che ha scritto la storia della cooperazione in Italia e che è ancora ricca di storie fatte di responsabilità sociale, fa fatica a lanciare nuove figure che guardino al bene comune come bene proprio, convinti che la risposta ai propri bisogni e alle sfide generati dal mercato, dal mondo che cambia, possano trovare risposte di tutela condividendo con altri impegni e obiettivi.

 

Quali sono le sfide che avete davanti?

Le nostre cooperative, che in questi anni si sono aggregate per mantenere la loro mission e gli obiettivi da raggiungere, devono ora trovare la forza di chiedere alla comunità e a chi ci governa azioni e proposte che stimolino e sostengano processi di cooperazione perché la formula cooperativa resta ancora un grande strumento per rispondere ai bisogni.

L’assemblea provinciale di Confcooperative “Costruttori di bene comune. Identità, appartenenza, innovazione, formazione” prende il via alle 8.45 con la registrazione dei partecipanti. Alle 9.15 l’apertura dei lavori con la relazione del presidente Menni. Alle 10.15 gli interventi di Giuseppe Argiolas, docente di management dell’Istituto Universitario Sophia, nato da un’intuizione di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, e di Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative. Dopo un momento di confronto si procederà con le votazioni, a cui farà seguito l’intervento del neo presidente.

MASSIMO VENTURELLI 21 feb 2020 07:53