lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di REDAZIONE ONLINE 09 feb 2015 00:00

10 febbraio: Giorno del ricordo. Convegni, mostre e manifestazioni in città

Dal 30 marzo 2004, ogni 10 febbraio, da quando è stato istituito in Italia il Giorno del ricordo, nelle diverse città della penisola si svolgono manifestazioni in ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Anche Brescia, domani, non farà mancare la sua voce

Sono diverse le manifestazioni che domani, 10 febbraio, porteranno i bresciani a commemorare le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. L'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e il Comitato per la Cultura giuliano dalmata si incontreranno alle 9.30 a San Polino in via Martiri delle Foibe, alle 10.30 l'appuntamento è invece al Vantiniano, al monumento ai caduti e martiri della Venezia Giulia e Dalmazia, alle 11.30, invece, a San Bartolomeo in via Vittime d'Istria e Dalmazia, verrà deposta una corona d'alloro.

Casa della Memoria, in collaborazione con Anpi, Fiamme Verdi, Anei, Aned, Cgil, Cisl, Uil, Ufficio scolastico territoriale, promuove un evento riservato agli studenti delle superiori, alle 10, nell’auditorium San Barnaba in corso Magenta 44/a a Brescia, mentre, in serata, alle 20.30, al teatro San Carlino in corso Matteotti 6/a si terrà la replica per la cittadinanza. Nell’occasione interverranno Franco Miccoli dell’associazione “Concordia et Pax”, che si soffermerà sul tema “Gorizia la città contesa. Le foibe e le memorie contrapposte (Sentieri di memoria e riconciliazione)” e Guido Franzinetti, ricercatore presso il dipartimento di studi umanistici dell’Università del Piemonte Orientale, che si concentrerà sull’argomento “Il confine più lungo: affermazione e crisi dell’italianità adriatica”. Coordina il dibattito Giovanni Spinelli, dirigente scolastico del liceo statale “Veronica Gambara”.

L’associazione “Concordia et Pax” si è costituita il 20 novembre 2000 grazie all’unione dei decanati di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter. I soci fondatori sono le vittime e i congiunti delle tragiche vicende riguardanti i primi cinquant’anni dello scorso secolo. Come si legge nello statuto, l’associazione persegue la “promozione della cultura della riconciliazione e della convivenza pacifica fra le comunità viventi sul confine goriziano. Inoltre, fino al 14 febbraio, all’auditorium San Barnaba, sarà allestita la mostra dal titolo “Il confine più lungo: affermazione e crisi dell’italianità adriatica” a cura di R. Pupo, F. Todero e F. Benolich, che potrà essere visitata da lunedì al sabato dalle 9 alle 12.30, il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 14 alle 16. L’esposizione, concessa dall’Istituto Parri di Bologna, affronta in un itinerario composto da circa 30 pannelli il difficile rapporto tra italianità e jugoslavismo, due movimenti che hanno continuato a scontrarsi, con esiti tragici, fin oltre la metà del secolo scorso.

Il percorso della mostra aiuta a riflettere sul carattere ambivalente della costruzione delle identità nazionali, uno dei fenomeni caratteristici della contemporaneità. L’esposizione è stata realizzata dal Comune di Rimini in collaborazione con il dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Trieste, l’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia e l’Associazione delle Comunità istriane. Il progetto si è avvalso della direzione scientifica del professor Raoul Pupo, autorevolissimo studioso che da molti anni si occupa, in stretta collaborazione con storici sloveni e croati, del confine orientale, della vicenda delle foibe e dell’esodo degli italiani giuliano-dalmati. La mostra, presentata per la prima volta in occasione della Giornata del Ricordo del 2011 e inserita in un ampio progetto dedicato alla storia del confine orientale italiano, è attualmente conservata presso l’Istituto Parri di Bologna. Il titolo “Il confine più lungo: affermazione e crisi dell’italianità adriatica” ricorda la fascia territoriale che dalle Alpi Giulie scende lungo la costa dalmata fino alle Bocche di Cattaro, l’area in cui è avvenuto il processo di formazione dell’italianità e dello jugoslavismo, tra loro in conflitto fino alla seconda metà del secolo scorso. Questo processo e i suoi tragici esiti (la repressione fascista, la deportazione nazista, gli infoibamenti e l’esodo) sono il tema della mostra che si propone di fornire informazioni storiche rigorose, ma allo stesso tempo di facile lettura, attraverso documenti d’archivio e immagini.

Ulteriori informazioni sulla mostra, dove poter visionare oltre 100 slide esplicative. Contatti: tel. 030 2978253 casamemoria@libero.it



REDAZIONE ONLINE 09 feb 2015 00:00