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Brescia
22 mar 2016 00:00

"Amor sacro o amor profano" per i 10 anni dell'associazione Horizonte Italia Brasile

L'associazione bresciana Horizonte Italia Brasile onlus festeggia i 10 anni di attività a sostegno dell'infanzia disagiata nel nord-est del Brasile attraverso una serie di eventi. Il primo appuntamento è lo spettacolo dal titolo "Amor sacro o amor profano?" di e con l'attore bresciano Luciano Bertoli, accompagnato dalla chitarra di Ombretta Ghidini, in scena nella prestigiosa cornice dell'Auditorium San Barnaba a Brescia, venerdì 1 aprile alle 21

Lo spettacolo "Amor sacro o amor profano" è già stato proposto con successo in diverse città italiane, apprezzato per dar vita a un insieme semiserio di aforismi, annunci e poesie (tra cui Montale, D'Annunzio, Salinas, Tamaro, ecc.), oltre che canzoni sul tema dell'amore (tra cui Paoli, De Andrè, Endrigo, ecc.). Sul palcoscenico si alternano la musicista Ombretta Ghidini, valente chitarrista diplomata al Conservatorio Luca Marenzio di Brescia, e l'attore Luciano Bertoli con alle spalle una lunga carriera nel teatro: si è formato al Drama Studio di Milano, collabora con vari registi, compagnie teatrali e associazioni culturali in diverse rassegne. Il duo dà vita a un poetico e a volte demenziale colloquio per uno spettacolo adatto a tutti e dal divertimento sicuro.

"Ho pensato - spiega Bertoli - ad uno spettacolo che parlasse d’amore con le parole che si usano ai nostri giorni e ho faticato a trovare una ispirazione valida. Certo, so già cosa mi volete chiedere: se ho pensato agli sms, alle chat e altre diavolerie. Fatto! Ma tutto questo è troppo legato ad un colloquio personale, un “affaire” tra due persone. Avevo bisogno invece di confrontarmi con qualcosa che fosse di dominio pubblico, alla portata di tutti, come lo sono certe canzoni o poesie d’amore".

L'Associazione Horizonte Italia Brasile Onlus è presente dal 2006 nella città di Paripueira, Stato dell'Alagoas, nord-est del Brasile, una delle aree più povere del Paese, dove il degrado diffuso colpisce soprattutto i bambini. Nel dicembre di quell’anno, dopo un'accurata valutazione dell’operato e una visita alla sede, l’Ambasciata d’Italia a Brasilia ha inserito l'associazione nel suo programma di emergenza socio-sanitaria, contribuendo a finanziarne la costruzione della sede. Oggi l'associazione svolge un ruolo fondamentale per tutti i bimbi dell'area e rappresenta un punto di riferimento conosciuto e rispettato.

Horizonte oggi gestisce una scuola materna che accoglie 120 bimbi in età prescolare provenienti dalle famiglie più disagiate della locale favela. Da 2 anni è presente nella scuola una sezione nido che accoglie 20 bambini al di sotto dei 2 anni. I bimbi trascorrono al sicuro l'intera giornata: a scuola ricevono assistenza igenico-sanitaria e 3 pasti al giorno e beneficiano di un progetto pedagogico mirato a far superare loro la condizione di svantaggio da cui partono. Il progetto è gestito da 13 donne del posto che hanno superato un percorso di formazione pedagogica finanziato dalla onlus bresciana: una equipe motivata e in costante contatto con l'associazione. Un servizio mensa e un programma di attività educative pomeridiane, dal sostegno scolastico alla formazione nel campo informatico, fino alla musica, sono rivolti agli ex alunni che frequentano le elementari perché nel tempo libero continuino a restare lontani dalla strada.
Dal 2008 il Comune di Paripueira ha riconosciuto ufficialmente l'associazione ed è nata una collaborazione per gestire un programma intensivo di alfabetizzazione degli adulti e un servizio di mensa serale.

L'associazione è nata dalla volontà e dall'impegno di Emanuela Tosana e di un gruppo di amici bresciani. Un orgoglio per la nostra città: grazie alla generosità di molti, Horizonte ha realizzato progetti per dare una risposta all'infanzia bisognosa togliendo dalla strada oltre 200 bambini e garantendo loro un'istruzione altrimenti impensabile. Emanuela racconta come l'impegno sia nato quasi in modo fortuito a seguito di un viaggio: “Dieci anni fa immaginavo la possibilità di dare ai bambini a rischio un orizzonte di vita diverso, diverso da quello dei loro genitori, di esclusione e di analfabetismo. I primi dieci anni sono andati nella direzione giusta".
22 mar 2016 00:00