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Leno
di UMBERTO SCOTUZZI 06 dic 2018 09:29

Aures: una rete per quattro cooperative

Per cercare di realizzare forme di interazione con il territorio e le istituzioni è nata la rete d’imprese Aures, che riunisce quattro cooperative operanti nel sociale e che hanno sede nella Bassa: Il Gabbiano di Pontevico, Collaboriamo di Leno, Il Quadrifoglio di Remedello Sopra e Sergio Lana di Ghedi

Sempre più spesso le persone disabili e le loro famiglie si sentono abbandonate, prive di un punto di riferimento: non si sentono comprese, accompagnate e sostenute nella loro fragilità, in un ambito complesso, quello della disabilità, nel quale alle difficoltà umane si aggiungono talvolta anche problematiche di tipo familiare, gestionale ed organizzativo. Per cercare di realizzare forme di interazione con il territorio e le istituzioni è nata la rete d’imprese Aures, che riunisce quattro cooperative operanti nel sociale e che hanno sede nella Bassa: Il Gabbiano di Pontevico, Collaboriamo di Leno, Il Quadrifoglio di Remedello Sopra e Sergio Lana di Ghedi. L’obiettivo è di migliorare in modo concreto la qualità della vita nell’ambito della disabilità. Aures è impegnata a supportare le famiglie con disabilità per l’orientamento e l’ottimizzazione dei servizi, cercando di creare un territorio accogliente, nel quale la disabilità non sia emarginante, e offrendo progetti a misura di individuo. Sede della rete d’impresa è Villa Badia a Leno. Nel concreto Aures metterà in atto laboratori e attività di sensibilizzazione, promozione dell’inclusione territoriale e scolastica; interventi ambulatoriali; consulenza pedagogica, psicologica, psicoterapica e psichiatrica e formazione per in ambito socio-sanitario ed educativo. La benedizione dei locali e il taglio del nastro della sede sono avvenuti domenica, alla presenza di Vittorio Biemmi, presidente di Fondazione Dominato Leonense, di Virna Barbieri, responsabile dell’area Disabilità della Cooperativa Il Gabbiano e coordinatrice della rete Aures e delle autorità. Come sottolineano i referenti del progetto, “spesso le persone disabili e le loro famiglie si sentono prive di un punto di riferimento. Cerchiamo di creare un territorio accogliente in cui la disabilità non sia emarginante; di offrire progetti a misura di individuo, migliorare i servizi e sostenere le famiglie”.

UMBERTO SCOTUZZI 06 dic 2018 09:29