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Brescia
di M. VENTURELLI 12 apr 2016 00:00

Autonomie locali: a Brescia il primo confronto sulla riforma Maroni

Ieri allo Ster la prima riunione del tavolo istituzionale di confronto. Le "ragioni" del Governatore illustrate dal sottosegretario Nava. Le perplessità di Mottinelli e di Girelli. Maroni, a Breno, ha perorato la causa dell'unione con la Valtellina

Si è svolto ieri a Brescia allo Ster il primo incontro del tavolo istituzionale di confronto per la definizione della proposta di riforma degli enti locali convocato da Regione Lombardia con particolare riferimento alla riforma delle autonomia in Lombardia alla presenza dei Consiglieri e Assessori Regionali bresciani, del Presidente della Provincia, del Presidente dell’Acb, dei presidenti delle Comunità Montane e del Presidente della Camera di Commercio.

Il sottosegretario alle riforme di Regione Lombardia, Daniele Nava, ha illustrato ai presenti le già note proposte di Regione circa la ridefinizione dei confini delle attuali Province che il Presidente Maroni vorrebbe chiamare “Cantoni” i quali, per la Provincia di Brescia, prevedono lo scorporo della Valle Camonica che andrebbe ad unirsi alla Valtellina.
“Prima di definire i confini dei nuovi Enti di area vasta, che noi amiamo definire Cantoni, è necessario capire quali saranno le loro funzioni e quali i servizi che dovranno svolgere". Lo ha ribadito anche a Brescia, durante l'insediamento del Tavolo provinciale sulle riforme, il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione negoziata Daniele Nava.
Ai lavori hanno partecipato, fra gli altri, anche gli assessori Viviana Beccalossi (Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo) e Mauro Parolini (Sviluppo economico).
Nel percorso indicato dagli esponenti del governo regionale spicca anche la questione economica. "Se il Governo non capisce che per gestire funzioni fondamentali ci vogliono i soldi - ha chiesto Nava - di cosa stiamo parlando? È quindi del tutto evidente che non si può andare avanti con tagli continui". Non è quindi immaginabile prescindere dal confronto col Governo che, in questo percorso di riordino, dovrà decidere non solo le funzioni di questi nuovi Enti, ma anche quale sarà la loro soggettività giuridica e forma di rappresentanza.
Il sottosegretario ha quindi ricordato che il faro dell'azione deve essere quello di semplificare la vita dei cittadini consentendo, allo stesso tempo, di riordinare i livelli di governo risparmiando risorse pubbliche".
I confini dei nuovi Enti dovranno dunque tener conto di tutte queste premesse. "La ripartizione prevista dalla Legge di riordino della sanità - ha precisato Nava - è dunque un punto di partenza, non di arrivo".

Il percorso presentato da Nava a Brescia si articola in una serie di Tavoli provinciali dai quali "raccogliere le sensibilità del territorio e proposte concrete" e una Cabina di regia regionale dove - entro fine maggio - dovranno poi confluire gli spunti delle diverse province. A fine giugno, poi, la Regione sottoporrà al Governo la proposta condivisa da tutto il sistema Lombardia.


“Un tavolo di confronto necessario per sottolineare ancora una volta quanto sia complesso per grandezza, geografia e numero di abitanti il territorio della nostra Provincia – è stata la replica di Pier Luigi Mottinelli, presidente della Provincia di Brescia – al fine di individuare il percorso migliore per le Autonomie della Lombardia, ho consegnato al Sottosegretario Nava il documento, condiviso con l’ Associazione Comuni Bresciani, presentato all’Assemblea dei Sindaci, che contiene la nostra proposta: la creazione, all’interno dei propri confini, di Aree Omogenee, che costituiscono le articolazioni territoriali entro le quali promuovere lo svolgimento delle funzioni fondamentali della Provincia e le ulteriori funzioni eventualmente attribuite dalla legge regionale, e, all’esterno, la creazione di Ambiti Territoriali Ottimali Omogenei con le Province limitrofe”.

Nel suo intervento, il Presidente Mottinelli ha sottolineato l’importanza per il territorio bresciano delle Comunità Montane, che hanno sempre dimostrato di essere punti di riferimento preziosi per i Comuni che rappresentano, in grado di erogare servizi, nella massima attenzione rispetto alle istanze che giungono dalle zone di montagna. Per questo le cinque Comunità Montane, nella proposta bresciana, formerebbero già di per sé 5 Aree Omogenee.

“C’è poi Brescia con la Giunta dei Sindaci dell’hinteland - ha proseguito Mottinelli – e la Valle Camonica, area montana più importante della provincia e componente strategica della Lombardia Orientale, che non può essere scorporata dai nostri confini, ma fare parte del sistema bresciano. In quest’ottica, anche la riforma sulla Sanità va ripensata, riportando la ASST Valle Camonica – Sebino fuori dall’ATS di Montagna”.

Il Consigliere Andrea Ratti è impegnato in questo periodo con i sindaci bresciani per la definizione delle altre aree omogenee. Protagonisti della riforma dunque i Comuni che trovano nella nuova Provincia un Ente in grado di accogliere le istanze del territorio e farle proprie, occupandosi dei problemi sovracomunali e dando vita a progetti interprovinciali.

Nel corso dell’incontro ha preso la parola anche il consigliere regionale Gian Antonio Girelli (Pd): “La riforma degli enti locali ed in particolare delle Province – ha affermato - troverà il suo compimento con l’eventuale approvazione del Referendum Costituzionale previsto per il prossimo autunno. Diventa quindi fondamentale per la Regione Lombardia, che sarà investita del compito di riformare le attuali Province, di trovare il modello istituzionale migliore per rispondere alle esigenze dei cittadini. Questa prima bozza di proposta non sembra andare in questa direzione. Pensiamo che la nostra Provincia debba rimanere nella sua attuale conformazione”.

A perorare la causa di un unico Cantone fatto da Valtellina e Valle Camonica è stato lo stesso presidente Maroni, intervenendo, sempre ieri a Breno, al convegno 'Il futuro dell'Area Vasta dopo la riforma costituzionale' promosso dalle Acli. “Nell'ipotesi di un'area unica, un 'Cantone', per Valtellina e Valle Camonica – ha affermato il Governatore - vedo solo punti di forza, uno per la precisione: la montagna, che è una realtà particolare e merita un'attenzione particolare. Unire aree omogenee, che hanno esigenze comuni, problemi comuni e che quindi necessitano di interventi comuni e coordinati, migliora il rapporto con la Regione, con le Istituzioni".
"L'autonomia per me significa risorse - ha continuato Maroni -. Per esempio, ora, la Provincia di Sondrio avrà maggiori risorse dalla Regione, perché è la provincia montana: lasceremo una quota rilevante del bollo auto che incassa la Regione alla Provincia di Sondrio, perché non può esserci autonomia senza risorse".

Sul tema della riforma proposta Maroni ha anche dichiarato la sua disponibilità ad ascoltare altre voci, “purché – ha concluso – ci sia qualcuno in grado di convincermi che un'altra idea è migliore della mia".
M. VENTURELLI 12 apr 2016 00:00