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Brescia
di REDAZIONE ONLINE 08 ott 2015 00:00

Brescia al centro del dibattito sul ruolo dell’educazione nel costruire un mondo di pace

Oltre 500 persone hanno partecipato al convegno “Educazione e pace” promosso oggi dall’Associazione Montessori Brescia

Educatori, professori, studenti ma anche molti genitori provenienti da tutto il mondo (dal Messico all’Inghilterra passando per la Spagna, la Bulgaria, la Germania e molti altri angoli del pianeta) hanno voluto prendere parte alla terza edizione dell’appuntamento annuale che, dal 2013, mette Brescia al centro del dibattito internazionale sull’educazione e sulla formazione.
Dopo il saluto dell’Assessore all’Istruzione di Brescia Roberta Morelli, sul palco dei relatori è salita Carolina Montessori, bisnipote di Maria Montessori, che nel suo intervento ha sottolineato il legame imprescindibile fra pace ed educazione: “Maria Montessori sapeva che il concetto di pace assoluta rappresentava un’utopia e che lei stessa non avrebbe potuto offrire una soluzione definitiva. Eppure nutriva una fiducia illimitata nel potere dei bambini e nel potere della loro educazione, per costruire un mondo di pace. Il suo progetto era quello di creare nei paesi in guerra case di bambini, sul modello di quelle da lei stessa fondate, dove diffondere il messaggio pacifico: gruppi di maestre avrebbero affiancato donne locali nell’educazione dei piccoli all’interno di un ambiente allegro, solidale, sereno. Finché anche le stesse donne, le stesse mamme coinvolte in questo progetto, sarebbero state in grado di sostenere, in autonomia, l’educazione dei bambini secondo il pensiero montessoriano”.

“Questo progetto non si è mai concretizzato del tutto- confessa Carolina Montessori - Ma io stessa ho potuto vedere come abbia influenzato positivamente l’azione di molte donne: in Kurdistan, per esempio, una maestra tedesca ha creato una scuola dedicata ai bimbi fra i 3 e i 10 anni, instaurando un clima speciale, favorevole alla formazione spontanea dei bambini. Sempre nel rispetto della cultura locale. E questo esempio dimostra l’universalità del pensiero montessoriano: la sua filosofia di pace parte infatti dall’osservazione dell’infanzia in tutto il mondo”.

“ C’è un punto su cui Maria Montessori non ha mai avuto dubbi- conclude la bis nipote Carolina- Sono gli adulti, esercitando influenze repressive, a trasferire sui bambini le loro ambizioni, i loro pregiudizi. Eppure il loro ruolo educativo, espresso non solo attraverso la scuola ma anche all’interno delle famiglie, deve partire dal rispetto di se stessi e degli altri. Anche se per altri intendiamo qualcuno che parla un’altra lingua o ha altri costumi”.
All’incontro è intervenuta anche Rosa Giudetti, presidente dell’Associazione Montessori Brescia: “I disturbi di cui molti bambini soffrono, penso alle difficoltà nell’ apprendimento, alle patologie alimentari così come ai fenomeni di violenza tipici del bullismo, possono trovare una via d’uscita anche grazie al pensiero di Maria Montessori. Un pensiero che la nostra associazione dal 2013 contribuisce a diffondere formando insegnanti, educatori e famiglie: solo in provincia di Brescia ne abbiamo formati oltre 100. L’obiettivo è proprio quello di sostenere la nascita di una realtà educativa improntata al rispetto, alla collaborazione e allo sviluppo della potenzialità dei bambini in un ambiente scevro da quella competizione malsana che è troppo spesso alla base di stati di frustrazione e impotenza nei più piccoli. Cominciamo dai bambini a costruire un mondo di pace: lo si può fare insieme, seminando le basi per un futuro migliore.”

Sul palco, durante il convegno, si sono intervallati anche molti altri esperti da tutto il mondo, custodi del pensiero montessoriano: Ela Eckter (vicepresidente dell’Associazione Montessori in Germania), Rama Reddy (educatrice dell’Indian Institute for Montessori Studies in Bangalore, India), Paola Trabalzini (professore di Storia della pedagogia presso l’università LUMSA di Roma), Lynne Lawrence (direttore esecutivo Association Montessori Internationale), David Connolly (responsabile del programma di prevenzione dei conflitti presso The Hague Institute for Global Justice, Olanda) e Don Fabio Corazzina (parroco di Santa Maria in Silva a Brescia).
REDAZIONE ONLINE 08 ott 2015 00:00