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Brescia
di R. GUATTA CALDINI E M. LEOMBRUNO 04 mag 2015 00:00

Cisl: 1° maggio fra luci e ombre

Enzo Torri, segretario provinciale della Cisl, ha commentato il report del primo trimestre del Centro studi Aib che segnala una ripresa del manifatturiero. D'altro canto il segretario sottolinea come il commercio bresciano, anche nella grossa distribuzione, sia in profonda crisi

La crisi economica, nonostante i segnali di ripresa (Vedi report Aib), continua a incidere negativamente sia nelle aziende che nelle famiglie bresciane. È di pochi giorni fa la notizia dell’emergenza occupazionale che ha investito l’Auchan di Roncadelle, l’ultimo caso di come il commercio, a Brescia come altrove, faccia fatica a risalire la china.

Ciò nonostante i dati che riportano un’inversione di tendenza non vanno sottovalutati, anche si deve essere molto cauti nell’analizzare quelli che all’apparenza potrebbero sembrare gli ultimi colpi di coda della recessione. Ad affermarlo è il segretario provinciale della Cisl Enzo Torri: “Ci troviamo di fronte a una situazione abbastanza ambivalente. Sarebbe un delitto sottovalutare i dati che registrano un miglioramento della situazione lavorativa, o addirittura i casi di chi trova un contratto a tempo indeterminato. D’altro canto ci sono aziende che stanno registrando ulteriori difficoltà”. La mancanza di liquidità nelle tasche dei bresciani costringe molte imprese che svolgono la propria attività nel commercio ad abbassare le saracinesche o a mettere mano al proprio organico, come nel caso dell’Auchan. “Non dimentichiamo – ricorda Torri – che l’Auchan ha 51 ipermercati nel nostro Paese con 11.400 dipendenti. Per Roncadelle ha dichiarato 52 esuberi”. Una situazione che vede coinvolte altre realtà, “come il Mercatone Uno, che ha annunciato la chiusura del punto vendita di Castegnato o il Bennet di Verolanuova, solo per fare alcuni esempi nel settore del commercio”.

A Brescia qual è la situazione del manifatturiero? “Se da una parte si registra una ripresa, dall’altra abbiamo l’Iveco che dichiara 600 esuberi, con relative proposte di trasferimento dei dipendenti nello stabilimento di Suzzara – continua Torri –. C’è poi la Stefana, con 700 addetti, che ieri ha depositato il concordato presso il Tribunale: un piano, quest’ultimo, che prevede, in prospettiva, l’occupazione solo per la metà degli addetti. In generale il quadro è preoccupante, anche se accompagnato da segnali che certamente vanno verso una direzione positiva”.

Un motivo in più per rilanciare i temi del lavoro, anche a fronte della ricorrenza del 1° maggio. Nella Festa di venerdì, organizzata da Cgil, Cisl e Uil, saranno anche altre le tematiche che verranno affrontate, a partire dalle politiche migratorie. “Non possiamo essere disattenti in questa fase – ha chiosato Torri – nei confronti di coloro che cercano un futuro nel nostro Paese”.
R. GUATTA CALDINI E M. LEOMBRUNO 04 mag 2015 00:00