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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 20 gen 2016 00:00

In ascolto del prossimo con "Telefono Amico"

“Telefono Amico” è in cerca di nuovi volontari. Sono aperte le iscrizioni al corso dedicato a chi vorrà dare la propria disponibilità al servizio

La solitudine, l’angoscia, la tristezza, la disperazione, il senso d’impotenza di fronte a quegli eventi della vita che trascina alcune persone in quello che Cesare Pavese, anch’egli incapace di risalire la china della propria esistenza, definì un “gorgo”. Sono tanti i motivi per cui si cerca, dall’altro capo del telefono, una voce amica. Attivo dal 1967, con 20 centri in tutta Italia, a Brescia “Telefono Amico” è presente dal 1982, inizialmente come numero “locale” e dal luglio 2006 collegato al numero unico nazionale. La settimana scorsa hanno preso avvio le iscrizioni al corso di formazione – realizzato con il supporto del Centro servizi per il volontariato – dedicato a chi vorrà dare la propria disponibilità.

Chi si rivolge a questo servizio? “Sono persone che hanno bisogno di condividere i propri sentimenti perché in molti casi non hanno il coraggio di parlare con chi gli è più vicino, a partire dai familiari. Essendo un servizio riservato, assolutamente anonimo, trovano la fiducia che non hanno incontrato altrove”, ha sottolineato Martina Turra, presidente di “Telefono Amico” di Brescia, da 15 anni in ascolto del prossimo. Nel solo 2015 sono state all’incirca 5000 le telefonate a cui hanno risposto i 24 volontari del centro, “più della metà sono telefonate ‘importanti’ – ha aggiunto –, poi c’è chi cerca compagnia, chi ha bisogno di informazioni e chi, dopo aver chiamato, non ha il coraggio di parlare...”.

Attivo dalle 10 alle 24, al numero 199284284 i volontari bresciani rispondono 365 giorni l’anno. Da queste telefonate, dalla casistica, emerge un dato significativo che spinge alla riflessione circa la capacità di ascolto della società. Fra le maggiori motivazioni per le quali le persone si rivolgono a “Telefono Amico” figura, infatti, la solitudine, poi “il lavoro e i problemi familiari”. Con l’acuirsi della crisi economica c’è stato un picco di chiamate, “sebbene non eccessivo, soprattutto provenienti dall’area del nord-est”. Nella maggior parte dei casi a telefonare sono uomini, persone adulte, dai 40 anni in poi.

Rispetto della volontà del chiamante e totale anonimato sono le caratteristiche che contraddistinguono il modus operandi di “Telefono Amico”. In caso di silenzio dall’altra parte della cornetta, per esempio, il volontario attende finché chi ha chiamato non trova il coraggio di parlare. Nessuna ingerenza nella volontà altrui, “il tutto viene gestito in assoluto rispetto – sottolinea Turra –: non diamo consigli, non cerchiamo di far capire all’altro qualche cosa, è dallo scambio di pensieri che la persona coglie la soluzione ai suoi problemi”. Solo in casi estremi, di esplicite richieste di aiuto, dopo che la persona ha fornito le proprie generalità, si rende possibile l’intervento del 112.

“Telefono Amico” di Brescia è in cerca di persone disposte a mettersi in ascolto. Gli aspiranti volontari sono invitati a frequentare il corso dedicato alla formazione. Dopo un colloquio conoscitivo per appurare le disponibilità dei volontari prenderà avvio il corso vero proprio. Una prima fase tratta argomenti generali, “è informativo a ogni livello”, poi si prosegue con una parte specifica sulle modalità di risposta telefonica. Per le iscrizioni sono a disposizione degli interessati i seguenti contatti: 338.3536476 e brescia@telefonoamico.it. È, inoltre, possibile consultare il sito www.telefonoamico.it.

Chi può presentare la propria candidatura? “Chi ama questo tipo di servizio – è la risposta di Martina Turra –, perché come in tutte le cose deve piacere ciò che si fa, deve essere in sintonia con noi stessi. Si deve essere disponibili a donare qualcosa agli altri”.
ROMANO GUATTA CALDINI 20 gen 2016 00:00