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Brescia
di R. GUATTA CALDINI 24 giu 2015 00:00

Integrazione, studio e dialogo

Ufficializzata la collaborazione fra gli enti presieduti da Carmine Esposito e Giovanni Panzeri: una sinergia per studiare e monitorare il fenomeno migratorio

La dimensione – qui è detta della filantropia – dell’esperienza del dono nella vita sociale è un segno preziosissimo. È un segno bello, in quanto significa prendersi cura dell’altro, bello in quanto esistono degli animi che sono grati”. Così mons. Monari ha rimarcato l’importanza dell’attività svolta dalla Fondazione della Comunità Bresciana che la settimana scorsa ha presentato il Rapporto 2014. Dallo stesso solco tracciato da mons. Monari ha preso le mosse il saluto del presidente Pier Luigi Streparava che ha sottolineato l’importanza della “cultura del dono” che da sempre caratterizza il territorio, aiutando la Fondazione a lavorare al meglio quale operatrice “sussidiaria” nel contesto sociale.

L’attività della Fondazione, anche nell’anno appena trascorso, si è contraddistinta per l’intrecciarsi con i progetti, le aspettative e i traguardi del variegato mondo del Terzo settore, “contribuendo così – sono sempre parole di Streparava – alla ricerca e alla realizzazione di importanti iniziative in risposta alle molte esigenze che la comunità esprime”. “Il perseguimento del bene comune – continua – è stato ampiamente auspicato da Paolo VI, che a conclusione del Concilio vaticano II ha aperto una nuova fase di coinvolgimento e valorizzazione della presenza dei laici nella vita della Chiesa e nella vita sociale”. Sulle parole del pontefice bresciano, prendendo spunto dall’enciclica Populorum Progressio, si è soffermato Stefano Zamagni, che ha sottolineato l’estrema attualità degli insegnamenti di papa Montini: “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace” è stato il tema della relazione.

Cultura del dono e sviluppo sono legati inscindibilmente, una lezione che la realtà presieduta da Streparava conosce bene, con i suoi 225 progetti che ha contribuito a dare corpo solo nel 2014. “Nonostante la crisi stia ancora accompagnando le nostre comunità – ha affermato Giacomo Ferrari, segretario della Fondazione – dal territorio bresciano emerge un quadro di solidarietà e disponibilità alla filantropia piuttosto significativo”. Durante l’anno appena trascorso la fondazione ha registrato donazioni per oltre 1 milione e 100mila euro, a sezione corrente, e quasi 300mila a patrimonio. “Questo ci ha permesso di erogare – continua – oltre 3 milioni e 800mila euro a organizzazioni di beneficenza, a situazioni d’emergenza, sul nostro territorio”. Fra i progetti più significativi Ferrari ricorda l’ormai tradizionale contributo del Fondo Goi destinato all’inclusione universitaria, per studenti con forme di disabilità. Inoltre, “vorrei ricordare – sono sempre parole di Ferrari – nell’ambito delle donazioni del Fondo Visenzi, dedicato all’infanzia, una serie di interventi finalizzati a sostenere e alleviare le situazioni di disagio dei minori della nostra città e della nostra provincia”.

Nell’ambito dei progetti di cooperazione internazionale: “Ricordo il finanziamento a Medicus Mundi che ha creato un’ausilioteca, una raccolta di sussidi sanitari che vengono ricondizionati, revisionati, quindi messi a disposizione delle strutture sanitarie dei Paesi in via di sviluppo”.
Per il 2015 l’auspicio è che la Fondazione riesca a “perfezionare e migliorare la capacità di leggere i bisogni del territorio, in collaborazione con i donatori, come anche con le altre fondazioni erogatrici, consolidando, inoltre, il rapporto con Cariplo: un partner sia dal punto di vista finanziario che per quanto riguarda la realizzazione di progetti significativi sul territorio”.
R. GUATTA CALDINI 24 giu 2015 00:00