Mottinelli: Regione autonomista a corrente alternata. E' polemica sulle deleghe
Il presidente della Provincia critica la scelta del Pirellone che ha tenuto per se le delega per la caccia, la pesca e l'agricoltura. All'esame un ricorso alla Corte costituzionale
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Contrariamente alle altre province lombarde che avevano sostanzialmente accolto la delibera della giunta regionale che lo scorso anno ipotizzava questa soluzione, Brescia era stata l'unica a chiedere una revisione delle scelte. Il fatto di essere la prima provincia agricola del Paese e di avere un territorio e una popolazione superiore a quella di tante regioni, rappresentavano, a detta di Mottinelli, ragioni sufficienti per chiedere una deroga.
"Lo stesso presidente Maroni - continua il presidente - non si era dimostrato insensibile nei confronti delle nostre ragioni e, nel corso di un incontro, aveva assicurato che non si sarebbe opposto a una decisione del consiglio che andasse nella direzione di accogliere le istanze bresciane".
Mottinelli si era impegnato in un giro di consultazioni con tutti i consiglieri regionali eletti a Brescia. Ad eccezione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle e del forzista Alberto Cavalli.
"Il consiglio regionale ha scelto invece (con 43 voti favorevoli dei consiglieri di Lega, Lista Maroni, Ncd, Forza Italia e Fratelli d’Italia, 21 astenuti (Pd e Patto civico) e 9 voti contrari (M5S) - continua Mottinelli - di rigettarla dimostrando di giocare su un duplice campo la partita dall'autonomia. Duri quando si tratta di chiederla a Roma, arrivando addirittura a ipotizzare un referendum che costerà ai lombardi 30 milioni di euro, e distratti quando la richiedono i territori".
Il vero problema è che la Regione si è insinuata in disfuzioni previste già nella legge Delrio che non ha brillato di chiarezza quando ha dovuto mettere mano alla questioni delle deleghe da assegnare alle nuove province.
Ed è proprio su questo campo, dopo avere a più riprese sottolineato che la partita giocata dal Pirellone è soltanto politica, che Mottinelli intende portare avanti la sua battaglia e quella della Provincia che pure si era espressa in modo compatto (dunque senza distinguo politici) sulle richieste avanzate alla Regione.
"Ad oggi - continua ancora il presidente dell'ente di area vasta - stiamo valutando se esistano i termini per un ricorso alla Corte costituzionale contro una legge regionale che mantenendo in capo alla Regione le competenze per caccia, pesca e agricoltura ne disattende una nazionale che assegna ambiente e territorio alle Province. È possibile infatti occuparsi di territorio e di ambiente senza le materie che Milano ha scelto di tenere per sé?"
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M.VENTURELLI
07 lug 2015 00:00