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Brescia
di M.VENTURELLI 07 lug 2015 00:00

Mottinelli: Regione autonomista a corrente alternata. E' polemica sulle deleghe

Il presidente della Provincia critica la scelta del Pirellone che ha tenuto per se le delega per la caccia, la pesca e l'agricoltura. All'esame un ricorso alla Corte costituzionale

"Non si può mettere in campo un referendum per chiedere maggiore autonomia allo Stato centrale e poi girare la testa dall'altra parte quando la stessa autonomia deve essere concessa ai territori". Non ricorre a giri di parole Pierluigi Mottinelli, presidente della nuova Provincia di Brescia, per criticare pesantemente il voto del 30 giugno scorso del Consiglio regionale lombardo sulla legge per l'assegnazione definitiva delle funzioni agli enti di area vasta. Un voto che, disattendendo le attese del Broletto, ha lasciato in capo alla Regione (con l'eccezione della città metropolitana di Milano e della provincia di Sondrio) le deleghe sulla caccia, la pesca e l'agricoltura.

Contrariamente alle altre province lombarde che avevano sostanzialmente accolto la delibera della giunta regionale che lo scorso anno ipotizzava questa soluzione, Brescia era stata l'unica a chiedere una revisione delle scelte. Il fatto di essere la prima provincia agricola del Paese e di avere un territorio e una popolazione superiore a quella di tante regioni, rappresentavano, a detta di Mottinelli, ragioni sufficienti per chiedere una deroga.

"Lo stesso presidente Maroni - continua il presidente - non si era dimostrato insensibile nei confronti delle nostre ragioni e, nel corso di un incontro, aveva assicurato che non si sarebbe opposto a una decisione del consiglio che andasse nella direzione di accogliere le istanze bresciane".

Mottinelli si era impegnato in un giro di consultazioni con tutti i consiglieri regionali eletti a Brescia. Ad eccezione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle e del forzista Alberto Cavalli.

"Il consiglio regionale ha scelto invece (con 43 voti favorevoli dei consiglieri di Lega, Lista Maroni, Ncd, Forza Italia e Fratelli d’Italia, 21 astenuti (Pd e Patto civico) e 9 voti contrari (M5S) - continua Mottinelli - di rigettarla dimostrando di giocare su un duplice campo la partita dall'autonomia. Duri quando si tratta di chiederla a Roma, arrivando addirittura a ipotizzare un referendum che costerà ai lombardi 30 milioni di euro, e distratti quando la richiedono i territori".

Il vero problema è che la Regione si è insinuata in disfuzioni previste già nella legge Delrio che non ha brillato di chiarezza quando ha dovuto mettere mano alla questioni delle deleghe da assegnare alle nuove province.

Ed è proprio su questo campo, dopo avere a più riprese sottolineato che la partita giocata dal Pirellone è soltanto politica, che Mottinelli intende portare avanti la sua battaglia e quella della Provincia che pure si era espressa in modo compatto (dunque senza distinguo politici) sulle richieste avanzate alla Regione.

"Ad oggi - continua ancora il presidente dell'ente di area vasta - stiamo valutando se esistano i termini per un ricorso alla Corte costituzionale contro una legge regionale che mantenendo in capo alla Regione le competenze per caccia, pesca e agricoltura ne disattende una nazionale che assegna ambiente e territorio alle Province. È possibile infatti occuparsi di territorio e di ambiente senza le materie che Milano ha scelto di tenere per sé?"
M.VENTURELLI 07 lug 2015 00:00