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Brescia
di M.VENTURELLI 22 gen 2015 00:00

Perché "Your question time"?

Perché la diocesi ha voluto la campagna: Luciano Pace, responsabile diocesano Irc

“Nell’intensa firmata nel 2012 tra Cei e il governo italiano c’è un punto in cui si dice che il Miur avrebbe garantito tempestiva informazione su quello che doveva essere l’Irc per mettere gli aventi diritto nelle condizioni di operare una scelta con cognizione di causa. Alla luce dell’esperienza maturata ci siamo resi conto che una buona informazione su cosa sia l’Irc non è sempre garantita”.

Parte da queste considerazioni di Luciano Pace, responsabile diocesano per l’insegnamento della religione cattolica, l’idea dell’Ufficio per l’educazione, la scuola e l’università della diocesi di Brescia di promuovere una propria campagna di informazione sulla scelta dell’Irc.

“Ci sono poi ragioni – continua ancora Luciano Pace – collegate al fatto che la popolazione scolastica è sempre meno identificabile con una appartenenza univoca alla Chiesa. Nelle scuole bresciane c’è un numero sempre più alto di studenti di altre culture e che professano altre religioni”. Tutto questo ha spinto l’Ufficio diocesano a una riflessione interna prima ancora di pensare a una campagna di informazione sulla scelta dell’Irc.

“Ci siamo interrogati – continua ancora il responsabile dell’Irc – su qualche dovesse essere la nostra linea su questa questione. Sin da subito è stato chiaro che per mettere l’avente diritto nelle condizioni di capire la scelta che va a compiere era necessario dare comunicare che l’Irc è a tutti gli effetti una disciplina scolastica”. Tutto il materiale predisposto per la campagna battezzata “Your question time” è finalizzato a promuovere l’Irc come disciplina scolastica e su come lo stesso possa essere presentata in contesti scolastici sempre più multiculturali e multireligiosi.

“Si è trattato di uno sforzo non indifferente – continua – ma necessario per fare in modo che la scelta non sia più limitata da pregiudizi ormai radicati, come quello che si tratti di un’ora di catechesi nonostante quanto previsto dalla normativa d’intesa e dalla proposte formulate dagli insegnanti di religione”. Le indicazioni nazionali sull’insegnamento della religione cattolica previste nella stessa normativa di intesa affermano infatti che deve essere insegnato ciò che la Chiesa propone nel rispetto e in una forma di dialogo con le altre tradizioni religiose. “Sono le stesse indicazioni normative – sottolinea Luciano Pace – a prescrivere l’attenzione nei confronti delle altre tradizioni culturali e religiose”.

Tutto il materiale predisposto va dunque nella direzione di aiutare chi sta per compiere la scelta. L’informazione su ciò che effettivamente è l’Irc è più importante che mai, in una stagione non solo segnata da un piccolo ma costante calo di chi sceglie questo insegnamento, ma anche per quella sorta confusione che studenti e famiglie dimostrano in relazione al tema.

“L’esperienza maturata sul campo – conferma al proposito Luciano Pace – dimostra che quando riusciamo a fare passare un messaggio corretto rispetto a quello che è l’Irc e ai suoi obiettivi, studenti e famiglie riescono a compiere una scelta ponderata. Una corretta informazione sulla dimensione didattica dell’ora di religione ha portato anche tanti genitori di studenti di altre religioni a scegliere negli anni l’Irc, come opportunità di crescita e di confronto. Occorreva, come è avvenuto, fare capire loro che non era un’ora di preghiera o di indottrinamento, ma di vera e propria cultura religiosa. Con l’Irc non si vuole convertire nessuno, ma di condividere quei valori che sono universali”.
M.VENTURELLI 22 gen 2015 00:00