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Orzinuovi
di SERGIO ARRIGOTTI 31 gen 2019 11:38

Porte aperte in famiglia

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Presentato il progetto “Porte Aperte” che prevede l’accoglienza in famiglia degli immigrati e dei richiedenti asilo

Un’altra accoglienza è possibile. Com’è stato dimostrato dalla presentazione a Orzinuovi, sabato 26 gennaio nell’aula magna della scuola primaria, del progetto “Porte Aperte”, che prevede l’accoglienza in famiglia degli immigrati e dei richiedenti asilo. Un progetto sostenuto dall’amministrazione comunale con l’adesione, il supporto e la rete dell’Azione Cattolica, della Caritas, e di altre realtà sociali presenti sul territorio. È stata l’occasione per parlare, nel corso di un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza di accoglienza e immigrazione. E per parlarne in un modo e con un tono diverso dalla retorica imperante che vede nei migranti degli invasori e non persone in difficoltà da aiutare e accogliere.

Le motivazioni. Come ha sostenuto il dirigente scolastico Luca Alessandri nel suo intervento di saluto, di “accoglienza c’è molto bisogno” e non può essere che “la parola accoglienza sia diventata un disvalore”. Introdotti dall’assessore Gardoni, che ha sottolineato come l’accoglienza sia “uno stile di vita quotidiano” si sono succeduti gli interventi di testimonianza delle esperienze in corso. Si è visto così come un’accoglienza diversa, per piccoli nuclei in famiglia, favorisce non di poco la vera integrazione data dal vivere insieme. In uno scambio che parte dalle piccole cose: dal cucinare, dal fare la spesa, dal vestirsi. Così è l’esperienza di Tomaso Bulgari e Stefania Tolasi della Caritas, che da tre anni ospitano due copie di profughi provenienti dal Mali e dalla Nigeria; come quella di Camilla e Benedetta Ronca che insieme alla loro famiglia, ospite della Casa Famiglia dei Padri della Sacra Famiglia, a loro volta hanno aperto la loro casa a tre bambini e lo hanno considerato normale “perché per noi non è un gesto eroico, siamo solo una famiglia aperta, e accogliere significa solo e semplicemente accogliere”. Così è nel racconto di Lira Buqaj, giovane immigrata che è stata bene accolta e che, grazie ai corsi organizzati dal Centro Diurno ha “incontrato persone” e ha frequentato corsi di teatro e di lingua.

Il ruolo dell’Azione Cattolica. Importante la riflessione svolta da Francesco Capretti dell’Azione Cattolica che ha portato i temi di fondo del percorso formativo sulla “teologia dell’ospitalità” svolto da AC che “a partire dalla crisi di ospitalità che le comunità stanno vivendo”, ha “sentito il bisogno di un approfondimento capace di orientare un nuovo pensiero della diversità e una nuova pratica nei confronti dell’altro, del diverso, dello straniero”. Elaborando “un’interpretazione interreligiosa dell’ospitalità”.

Il cammino di Azione Cattolica ha previsto come tappa finale la proposta dell’esperienza di Refugees Welcome, cioè la possibilità di accogliere in famiglia, gratuitamente, un/a giovane. Il progetto è stato presentato da Roberto Brioschi, membro del direttivo di Refugees Welcome Italia.

SERGIO ARRIGOTTI 31 gen 2019 11:38