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Brescia
di M. G. 10 set 2015 00:00

Puglia arca di Pace

E' partito oggi il "Percorri la Pace 2015", il pellegrinaggio che in soli 4 giorni porterà da Brescia a S. Maria di Leuca. Quest'anno, a guidare il percorso del nutrito gruppo di bresciani saranno la vita e le opere di Don Tonino Bello

Assisi, Ginevra, Sarajevo, Monaco… ed ora Capo S. Maria di Leuca. Sono partiti per ‘ percorrere la pace’ e le strade di Puglia fino all'ultima punta dell’Italia per concludere il loro cammino ad Alessano sulla tomba di don Tonino Bello. Di chi parliamo? Di un gruppo di bresciani che, a partire dal 2011 (data della prima edizione della manifestazione) organizzano ogni anno un lungo itinerario per il corpo e lo spirito, da percorrere chi a piedi, chi correndo e chi in bici. Lungo questa sorta di pellegrinaggio - che da oggi, giovedì 10 settembre, proseguirà fino a lunedì 14 - i partecipanti compiranno infatti un percorso spirituale, aiutato dalla fatica del movimento e dello sforzo fisico necessario per raggiungere le varie tappe.

Questa volta saranno il pensiero, l’azione e le opere di don Tonino ad accompagnarli e a guidare le riflessioni intorno a quattro temi: il debito e l’economia che uccide; i sentieri di Isaia e la profezia della pace; disarmo via della pace; accoglienza: l’etica del volto.

Un’economia di giustizia. L’imperativo etico sulla terra è che, se si tengono sotto sequestro le risorse materiali e spirituali senza metterle a disposizione degli altri, non è possibile esimersi dall’accusa di appropriazione indebita. “Il futuro ha i piedi scalzi”, scrive un profeta. Appartiene ai poveri. Essi sono la provocazione di Dio. Anzi sono l’icona della provocazione di Dio verso un mondo più giusto, più libero, più in pace, in cui la convivialità delle differenze diventi costume.

La Profezia: sui sentieri di Isaia. Noi non abbiamo i segni del potere, però c'è rimasto il potere dei segni, il potere di collocare dei segni sulla strada a scorrimento veloce della società contemporanea, collocare dei segni vedendo i quali la gente deve capire verso quali traguardi stiamo andando e se non è il caso di operare qualche inversione di marcia. La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia. Esige alti costi d’incomprensione e di sacrificio... Non ha molto da spartire con la banale “via pacifica”. Non elide i contrasti. Espone al rischio d’ingegnosi ostracismi. Postula la radicale disponibilità a “perdere la pace” per poterla raggiungere.

La via della pace e il disarmo. Non ci resta che invocare il Signore, "perché diriga i nostri passi sulla via della pace" e induca i governanti, più che a sfruttare strumentalmente le debolezze antiche della nostra storia o le lusinghe recenti della nostra geografia, a restituirci al ruolo che ci è congeniale: essere operatori di sintesi con le diverse civiltà. Oggi più che mai la Puglia è chiamata dalla storia e dalla geografia, a protendersi nel suo mare come arca di pace e non a curvarsi minacciosamente come arco di guerra.

Accoglienza: l’etica del volto. Bisogna stare attenti nell’allacciare rapporti umani più credibili, più veri. Basati sulla contemplazione del volto. Rapporti umani basati sull’etica del volto, dello sguardo. L’altro è un volto da riscoprire, da contemplare, da togliere dalle nebbie dell’omologazione, dell’appiattimento… Se il primo millennio fu il secolo dei grandi dibattiti su Dio e il secondo è stato quello della ricerca filosofica dell’Io, il terzo dovrà essere necessariamente il millennio della scoperta dell’altro. L’altro senza il quale è destinata a perdersi l’identità dell’io e il volto stesso di Dio.

Altra protagonista di questo viaggio sarà senz’altro la bellezza dei luoghi che, con fatica e macinando chilometri, scorreranno sotto lo sguardo di questi pellegrini; luoghi carichi di storia, arte e cultura tra cui Monte Sant’Angelo, Trani, Ostuni, Otranto…
“È la bellezza che salverà il mondo” comunicano gli organizzatori. “Vi ricordate? ...per fare il tavolo ci vuole il legno; per fare il legno ci vuole l’albero… per fare il tavolo ci vuole un fiore. Per fare un tavolo durissimo, il tavolo sanguigno della vita di tutti i giorni, il tavolo simbolo delle cose materiali, della vita cui andate incontro con i problemi della salute, del lavoro, del denaro, della casa, dei rapporti; il tavolo duro della vita. Per fare la vita ci vuole un fiore. Il fiore è il simbolo della bellezza. È la bellezza che salverà il mondo. Scegliete per la vita! Amate le cose pulite, belle: la poesia, il sogno, la fantasia. Benedite il Signore che vi dà questa possibilità di viaggiare senza biglietto, gratuitamente, lungo i meridiani e i paralleli non soltanto del globo ma dell’esistenza”.
M. G. 10 set 2015 00:00