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Brescia
di REDAZIONE ONLINE 03 dic 2015 00:00

Smantellata cellula jihadista che operava sui social network

L'operazione condotta da Direzione centrale della Polizia di prevenzione, Antiterrorismo italiano, e dalla Digos di Brescia ha porato al fermo di quatto cittadini kosovari, di cui uno residente a Chiari, che, anche attraverso l'uso della rete e dei social network, propagandavano l'ideologia dell'Isis

Sono quattro i cittadini kosovari fermati nell'ambito di un'operazione antiterrorismo della Polizia nei confronti di una presunta organizzazione che propagandava l'ideologia jihadista. Per la prima volta, nei confronti di una di loro, è scattata la misura della sorveglianza speciale. La richiesta è stata avanzata direttamente dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti.

L'indagine che ha portato agli arresti di ieri è stata condotta dagli uomini della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, l'Antiterrorismo italiano, e da quelli della Digos di Brescia. Gli investigatori hanno ricostruito contatti e organigramma di una presunta organizzazione terroristica che, anche attraverso l'uso della rete e dei social network, propagandava l'ideologia jihadista

Il blitz, in collaborazione con le autorità kosovare, è scattato contemporaneamente in alcune città italiane e in Kosovo.
"Ricordatevi che non ci sarà più un Papa dopo questo, questo è l'ultimo". Avrebbero divulgato su Internet anche frasi minacciose contro il Papa i kosovari fermati. Il punto di riferimento del gruppo è stato identificato in Imishiti Samet arrestato in Kosovo e ritenuto affiliato all’Isis.
"Mente" del gruppo arrestata in Kosovo - Quello che è considerato la "mente" del gruppo, Imishiti Samet, cittadino kosovaro che ha vissuto diverso tempo in Italia, è stato arrestato in Kosovo, mentre gli altri tre sono stati fermati in Italia, dove vivevano da tempo. La base italiana di Samet era in un appartamento a Chiari, dove è stato trovato il fratello dell'uomo, Imishiti Ismail: è stato espulso. Rintracciato poi in provincia di Savona un cittadino di origine kosovara, anch'egli espulso. Mentre per un macedone residente a Vicenza il Procuratore nazionale antimafia ha disposto la misura della sorveglianza speciale per motivi di terrorismo con il ritiro del passaporto.

Inneggiavano a Isis sul web - I kosovari avevano pubblicato sul web una serie di foto in cui erano ritratti con le armi in pugno. Dalle indagini è emerso che i quattro si erano fortemente radicalizzati, ponendosi su posizioni estremistiche e assumendo atteggiamenti tipici dei militanti dell'Isis.

I messaggi dopo gli attacchi di Parigi - "Parigi a lutto, la torre senza luci, 158 morti: questo è solo l'inizio". È uno dei tanti messaggi postati in Facebook da Imishiti. Non c’era solo Papa Francesco nel mirino dei fermati. Uno dei componenti del gruppo di presunti terroristi, arrestato in Kosovo, aveva espressamente minacciato su Facebook l'ex ambasciatore Usa in Kosovo, Tracy Ann Jacobson.

"Potevano entrare in azione" - "Siamo intervenuti in una fase di propaganda e apologia prima che potessero esserci problemi sul territorio". Ha dichiarato il dirigente della Digos di Brescia Giovanni De Stavola. "Le armi trovate in Kosovo dimostrano che potevano entrare in azione", aggiunge.
Alfano: "Sistema prevenzione funziona" - "È la conferma che il nostro sistema di prevenzione e di sicurezza sta funzionando". È' stato questo il commento del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, all'operazione antiterrorismo della polizia.
REDAZIONE ONLINE 03 dic 2015 00:00