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Breno
di LINDA BRESSANELLI 12 feb 2015 00:00

Trenord: tra vademecum e problemi presunti...

L'ad di Trenord Farisè ha emanato alcune disposizioni in merito al look dei suoi dipendenti. Pronta la risposta del sindacato

Fanno discutere anche lungo la linea Brescia-Iseo-Edolo le ultime disposizioni firmate dall’amministratore delegato di Trenord, la camuna Cinzia Farisè, incentrate sul look del personale viaggiante e di stazione. L’’intento è ricordare che chi indossa una divisa rappresenta una società e di conseguenza lo deve fare rispettando decoro e ordine, poiché col suo aspetto influenza “il giudizio della clientela”.

Ecco le prescrizioni: la divisa dev’essere tenuta sempre in ordine e pulita, va indossata in modo completo e mai al di fuori dell’orario di lavoro. Bandite le scarpe da ginnastica, via libera invece a calzature sobrie di modello classico, possibilmente nere. Le calze sul posto di lavoro devono essere: per gli uomini lunghe e di colore scuro, per le donne color carne, sia che si tratti di collant che di gambaletti. C’è anche una sezione dedicata ai capelli, che devono essere sempre ordinati, di taglio classico per l’uomo, raccolti – se lunghi – per la donna. Anche la barba dev’essere curata, così come il trucco, che va bene sobrio e discreto. Trenord chiede al personale di evitare gioielli vistosi, spille e cavigliere, piercing e tatuaggi.

Ma prontamente dall’Orsa, l’Organizzazione sindacale autonoma e di base, è arrivata la reazione per mezzo di una nota che elenca i problemi concreti che il personale deve affrontare ogni giorno: “spogliatoi e armadietti inadeguati” per indossare e togliere la divisa e “ambienti di lavoro esposti allo sporco e non curati con idonei cicli di pulizia” che non consentono di avere gli indumenti perfettamente in ordine.

La nota dei sindacati continua ironizzando: visti gli orari di lavoro che devono rispettare, il colore o la lunghezza dei calzini sono l’ultima delle preoccupazioni. E prosegue sottolineando che piuttosto si dovrebbe pensare al parco macchine obsoleto o al riscaldamento dei convogli, ai problemi di sovraffollamento e ai tagli che si stanno effettuando, fattori che non vanno certamente a determinare un “giudizio positivo nei riguardi della società”, per tornare a citare l’ad di Trenord. L’ultimo in ordine di tempo è quello effettuato alla stazione di Breno, dove da qualche settimana la biglietteria non è più attiva: i tre capistazione rimasti, addetti al servizio di movimento convogli, non possono più vendere biglietti e abbonamenti. Per l’acquisto del documento di viaggio ci si deve rivolgere al bar situato a fianco della stazione, che però rispetta degli orari e la domenica è chiuso per turno.
LINDA BRESSANELLI 12 feb 2015 00:00