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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 02 mar 2015 00:00

Ventunogrammi di sapore in più: il locale dei ragazzi del Centro bresciano down

Dopo un percorso di apprendimento presso l'Istituto Mantegna i ragazzi del Cbd apriranno un locale a Brescia che sarà adibito a panificio, pasticceria, caffetteria, ristorante e shop

Lavoro, autonomia e benessere sono i capisaldi alla base del progetto Ventunogrammi, ideato dal braccio operativo dell’associazione Centro bresciano down, la cooperativa Big Bang. Sogno e imprenditoria è il connubio che darà il là a una panetteria gestita dai ragazzi del centro. Pane e non solo. Il locale, che aprirà i battenti in viale Italia a Brescia presumibilmente entro agosto 2015, sarà adibito a pasticceria, caffetteria, ristorante e shop. Per prepararsi a questa avventura i ragazzi del Centro Bresciano Down stanno seguendo il corso Lab (acronimo di Lavoro, autonomia e benessere) presso l'Istituto Mantegna. Ne parliamo con Marco Colombo, presidente del Cbd.

In cosa consiste il progetto?
Siamo un’associazione di famiglie che hanno dei congiunti con la sindrome di down. Ci troviamo ad avere una buonissima risposta da parte dei nostri figli per quanto riguarda tutte le terapie che di volta in volta fanno per raggiungere vari livelli di autonomia. Quando arrivano al momento di usare queste capacità, quindi di entrare nella vita adulta, attraverso il lavoro, con la possibilità di vivere da soli, fanno quello che fanno tutte le persone normalmente, loro si trovano davanti uno scoglio. Uno scoglio importante per tutti, il lavoro è fondamentale per chiunque, ma loro hanno una difficoltà in più. Da qui l’idea di creare un’attività che potesse essere utile per garantire loro un percorso professionale, producendo pizze e pane… Sono comunque a contatto con la gente, impareranno anche a spostarsi, molti verranno da fuori Brescia, utilizzando i mezzi di trasporto pubblico. Lo scopo finale? Non è solo farli lavorare, facendoli star bene nel nostro locale, ma dar loro una possibilità. Ci sono tantissimi ragazzi che hanno desiderio di fare questa esperienza, ma noi, con tutta la buona volontà, non possiamo assumerne a centinaia. Noi vogliamo “attrezzare” questi ragazzi, in modo che - dopo un anno, due, in un periodo necessario per raggiungere un certo grado di efficienza – potranno presentarsi sul mercato: andare dagli imprenditori, amici sensibili, in grado di assumere delle persone che rendono. Il nostro scopo è fare in modo che chi li assume abbia davanti una persona che se non c’è manca il lavoro. Dobbiamo un po’ scardinare il sistema per cui, grazie alle agevolazioni, le aziende assumono ma poi tengono lì le persone a fare le fotocopie. Non è il futuro che vogliamo per i nostri figli. Vogliamo che facciano un lavoro, che lo facciano bene, che si divertano, che rendano, traendone soddisfazione.

Perché Ventunogrammi?
E’ un nome scelto dai nostri amici in rete, attraverso Facebook. Abbiamo lanciato in rete un sondaggio, una decina le possibilità… Ventunogrammi secondo noi sta a significare una certa quantità, piccola, di ingrediente, prezioso, che dà sapore a quello che stiamo facendo. Ventunogrammi che danno più sapore alla vita. I nostri figli non sono un ostacolo per nessuno, ovunque loro vadano danno davvero qualcosa in più: a scuola, agli scout, all’oratorio… Dove ci sono loro c’è sempre allegria, c’è sempre uno stimolo per migliorare. Poi è chiaro il riferimento alla trisomia 21, il nome scientifico della sindrome di Down.

Questi ragazzi verranno affiancati? Quanti ne coinvolgerete?
La nostra intenzione è di avere nel nostro locale dei professionisti. Abbiamo bisogno che la gente venga per trovarsi bene, perché trova un rapporto qualità prezzo e un ambiente di un certo livello. Abbiamo quindi chiesto a dei professionisti, non volontari, ma stipendiati, per occuparsi della gestione del laboratorio, dei cuochi, per l’organizzazione della sala, anche dei barman. I nostri ragazzi saranno affiancati a loro. Pensiamo di far girare almeno una dozzina di ragazzi. I giorni sono tanti, dal lunedì al sabato, le ore sono tante, dalle 7.30 alle 20, e inostri figli non lavorano 8 ore, quindi faremo in modo di iniziare con dei turni.

Quando potremo vedere aperto il locale?
Nella speranza di non essere sconfessato, credo prima di agosto 2015. Apriremo sicuramente per fare le prove, perché prima di iniziare a servire, ad avere un rapporto pubblico diretto, avremo modo di fare qualche settimana di rodaggio al nostro interno.
ROMANO GUATTA CALDINI 02 mar 2015 00:00