Fraternità Interreligiosa e le Pietre d'inciampo
Oltre settanta persone hanno accolto l’invito del Patto Bresciano di Fraternità Interreligiosa e della CCDC a rinsaldare la reciproca conoscenza tra persone di fedi diverse attraverso la visita ad alcune Pietre d’inciampo della città di Brescia nella mattinata di domenica 31 agosto 2025. Alla partenza il gruppo è stato salutato dall’Assessore Marco Fenaroli che ha ribadito il sostegno dell’Amministrazione Comunale al progetto Pietre d’inciampo. Questo, infatti, costruisce gradualmente un “monumento diffuso e anti retorico” che ricorda le vittime bresciane della deportazione nei campi nazisti, attraverso piccole targhe di ottone posate davanti alla casa dei deportati uccisi nei lager. Tale monumento, ha ricordato Fenaroli, si affianca ai tre monumenti che in città ricordano i tragici anni di lotta al fascismo che portarono alla Liberazione e a scrivere la Costituzione della Repubblica Italiana. Il monumento alla Resistenza, intitolato L’ala della libertà, si trova nei giardini di Corso Magenta. Il monumento ai Deportati Bresciani, eretto in Piazzale Cremona, fu inaugurato il 28 maggio 1982 dal Presidente Sandro Pertini e dal Sindaco Cesare Trebeschi. Infine, al termine di Via Vittorio Veneto, poco prima dell’incrocio con via Cantore, sorge il monumento agli Internati Militari: quei soldati che catturati dai tedeschi e rinchiusi nei campi di concentramento, sebbene privati dello status di prigionieri di guerra e delle conseguenti tutele, preferirono la prigionia e i lavori forzati in Germania al ritorno in Italia per combattere tra le fila dell’esercito della Repubblica Sociale.
Lungo il percorso significativa la testimonianza di due familiari delle vittime ricordate dalle Pietre d’inciampo: Patrizia Trivella in Piazzetta San Giorgio, al civico 2, ha raccontato la vita dello zio Lino Baldassari, un giovane aviere, internato militare, morto ad Hannover per la tubercolosi contratta durante la prigionia. In via Battaglie 50 Antonio Trebeschi ha presentato il nonno, l’avvocato Andrea Trebeschi, antifascista fin dalla prima ora. Molto significativo apprendere che già nel gennaio 1946, in occasione del primo anniversario della morte, la famiglia, tramite un annuncio sul giornale, invitava parenti, amici e conoscenti a partecipare alla Messa di suffragio, in cui con il capofamiglia si ricordavano anche i milioni di deportati e si invitava al perdono, pregando “per delinquenti comuni, aguzzini e carnefici”. Questa Messa, da allora è celebrata con le stesse intenzioni il 24 gennaio di ogni anno ed è ancora oggi un momento in cui un gran numero di bresciani si raduna attorno alla famiglia Trebeschi per pregare e fare memoria.
Doverosa una sosta anche in Piazza della Loggia dove il professore Carlo Alberto Romano ha tratteggiato il clima di scontro violento che affliggeva l’Italia con attentati terroristici già da alcuni anni prima della strage del 28 maggio 1974. Il professore ha infine ricordato lo sforzo, non ancora del tutto concluso, per la ricerca della verità giudiziaria e dei responsabili della bomba.
L’itinerario si è concluso presso il Convento di San Francesco; qui i partecipanti sono stati accolti per un pasto che ha ulteriormente suggellato il clima di fraternità tra i membri delle varie comunità religiose presenti: mussulmani del Medio Oriente, del Maghreb e del Senegal, sikh, cristiani evangelici cinesi oltre che numerosi cristiani cattolici. Questa iniziativa fa parte di un programma di eventi, aperti a tutti e tutte, organizzati dal Patto Bresciano di Fraternità Interreligiosa, che vogliono favorire la conoscenza reciproca tra persone che pur di differenti religioni e culture lavorano insieme per una fraternità concreta nel nostro territorio. La Cooperativa Cattolico-Democratica di Cultura, che dal 2012 ha organizzato la posa delle Pietre d’inciampo a Brescia e provincia, ha fatto proprie le istanze del Patto, organizzando l’itinerario e gli incontri con i familiari.