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di ROMANO GUATTA CALDINI 31 ago 2017 12:04

Il Grosso d'Oro al vescovo Monari

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Al vescovo Luciano Monari verrà consegnato il Grosso d’Oro. Il sindaco Emilio Del Bono: “Un gesto di gratitudine e riconoscenza”

ll vescovo Luciano Monari saluterà ufficialmente la Diocesi di Brescia il 17 settembre alle 18.30 con una solenne celebrazione eucaristica in Cattedrale. Gratitudine e riconoscenza sono i sentimenti che hanno spinto il sindaco Emilio Del Bono e l’Amministrazione comunale a conferire a mons. Monari il Grosso d’Oro. È lo stesso primo cittadino a confermare in questa intervista le ragioni che hanno portato all’importante riconoscimento che sarà consegnato al vescovo Luciano il 13 settembre alle 18 nel salone Vanvitelliano di palazzo Loggia.

Quali motivazioni vi hanno spinto ad assegnare il Grosso d’Oro al vescovo Monari?

Il gesto e la decisione sono naturali, un gesto di gratitudine e riconoscenza: gratitudine non solo per l’impegno di Pastore della Diocesi, ma anche per essere stato uno dei grandi leader civili che la città ha avuto in questi dieci anni. Il gesto che noi facciamo ha un forte contenuto laico ed etico perché mons. Monari non ha mai mancato di fornire, in questi anni, segni di testimonianza, oltre che di parola, per costruire una città “condivisa”, sostenibile, unita. Questa sua funzione di guida civile noi gliela vogliamo riconoscere con questo gesto. Il Grosso d’Oro è per noi un dono prezioso, rappresenta la storia di una città libera. Ripeto, è un gesto di gratitudine nei confronti di un uomo che non si è mai risparmiato, donando sé stesso alla nostra comunità, e che oggi si appresta a vivere un’altra stagione della sua vita. Lo abbiamo nel cuore e sarà sempre a fianco della comunità bresciana.

Quale eredità lascia il Vescovo?

Lascia una Chiesa capace di dialogo con la comunità civile, con le realtà laiche, anche quelle composte da non credenti, e una Chiesa aperta al dialogo interreligioso. La sua persona sarà sempre legata a questo profilo dialogante, con una forte attitudine all’ascolto, capace di scendere dalla “cattedra” per confrontarsi con la vita di tutti noi, di tutte le persone che cercano un senso, un significato e che lo trovano in un approccio non “gerarchico” e, seppur autorevole, sempre amicale.

Un suo personale ringraziamento...

Lo ringrazierò sempre per la delicatezza nei rapporti, per la sua grande umanità, sensibilità, semplicità e per questa sua presenza che è sempre stata costante e discreta, nei confronti non solo della comunità nel suo insieme, ma anche nei miei confronti. Gli sono debitore di un carico di umanità che mi è servito.

ROMANO GUATTA CALDINI 31 ago 2017 12:04