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di RICCARDO BENOTTI 13 mag 2025 11:38

Leone XIV, agostiniano di cuore

“Padre Robert è un uomo di pace, capace di ascoltare senza fretta, con quella serenità che nasce dalla vita comunitaria e dalla preghiera condivisa”. Padre Pasquale di Lernia, segretario generale dell’Ordine di Sant’Agostino, non nasconde lo stupore e la gioia per l’elezione di Leone XIV. E, dopo tanti anni di fraterna amicizia, continua a chiamarlo con naturalezza “padre Robert”. Al termine dell’incarico di priore generale degli Agostiniani nel 2013, Prevost era tornato nella sua provincia, dove aveva assunto diversi ministeri, tra cui quello di maestro degli studenti. Poco tempo dopo, Papa Francesco lo ha nominato vescovo di Chiclayo in Perù:

“Non ha mai interrotto i rapporti con l’Ordine, anzi, possiamo dire che questa è una sua indole particolare: integrarsi pienamente nei diversi ministeri e, al contempo, custodire l’amore per la vita comunitaria e per l’Ordine”.

La vita comunitaria, infatti, è rimasta centrale anche quando Prevost è stato chiamato a Roma come prefetto del Dicastero per i Vescovi: “Anche se non risiedeva qui, era presente quotidianamente per la messa e la preghiera, partecipava alla vita comunitaria e frequentava la Curia Generalizia, fino al giorno del Conclave”. Padre di Lernia descrive Leone XIV come “un pastore mite, riflessivo ed equilibrato”, sempre attento all’ascolto. “Queste caratteristiche – aggiunge – sono state riconosciute da tutti, non solo ora, ma già molto prima della sua elezione”. Il religioso agostiniano sottolinea come la mitezza e l’ascolto siano stati tratti distintivi del suo percorso, capaci di ispirare apprezzamenti e stima, anche quando ricopriva ruoli meno visibili dopo la fine del mandato di priore generale.

Il nuovo Papa ha viaggiato moltissimo nel corso della sua vita. “Non so quante volte abbia attraversato il globo terrestre – racconta padre di Lernia – era molto attivo nelle visite alle comunità dell’Ordine, diffuse in tutti i continenti. Questa esperienza di missione ha costituito un grande elemento di maturazione per lui”. Nonostante gli incarichi internazionali e i numerosi viaggi, Prevost ha sempre mantenuto un legame saldo con l’Ordine di Sant’Agostino e con i valori che esso rappresenta. L’elezione, confida,

“è stata una grande emozione per tutti noi un’occasione di gioia ma anche di tremore per la responsabilità che porta con sé”.

La comunità agostiniana, diffusa in tutto il mondo, ha vissuto questo momento come una chiamata a rinnovare il proprio impegno, consapevole che un proprio confratello siede ora sul soglio di Pietro.

Quando gli viene chiesto quali siano le virtù agostiniane più evidenti nel nuovo Pontefice, padre di Lernia non ha dubbi: “L’umiltà, che per Agostino era la virtù fondamentale, e l’aspirazione alla pace. Lo si è visto fin dalle sue prime parole: ha nominato la pace dieci volte nel discorso di saluto. È un agostiniano, un uomo di pace che ricerca l’unità nella verità, come insegna Sant’Agostino”.

Padre di Lernia vede in Leone XIV un uomo “attento al mondo di oggi”. Già nei primi discorsi pubblici, il Papa ha citato l’intelligenza artificiale come una delle sfide del presente. “Penso che la Chiesa, anche attraverso il magistero di Leone XIV, possa sviluppare una riflessione su quali possano essere i risvolti positivi dell’intelligenza artificiale, per evitare che il suo potenziale venga traviato verso finalità distruttive anziché costruttive”.

“Ciò che mi colpisce – aggiunge di Lernia – è la sua capacità di mantenere un dialogo aperto, sempre orientato alla costruzione di ponti. La sua esperienza missionaria lo ha reso capace di ascoltare e comprendere contesti diversi, senza mai perdere l’identità agostiniana che lo ha sempre contraddistinto”.

La comunità agostiniana si è stretta intorno al suo confratello con una partecipazione sentita, quasi un segno di gratitudine per l’amore e la dedizione che Leone XIV ha sempre dimostrato verso l’Ordine. “La scelta del nome – conclude di Lernia – è stata significativa: è certamente un richiamo a Leone XIII, un grande Papa che fu attento alla vita consacrata e alla rinascita dell’Ordine”. Il richiamo alla pace, alla mitezza e all’umiltà, così centrali nel pensiero di Sant’Agostino, sembrano riflettersi con naturalezza nel cammino del nuovo Pontefice. Nella semplicità e nella profondità dei suoi gesti emerge l’eredità spirituale dell’Ordine, capace di parlare al cuore della Chiesa universale e di aprirsi alle sfide del mondo contemporaneo con coraggio e discernimento.

(Foto AFP/SIR)

RICCARDO BENOTTI 13 mag 2025 11:38

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