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Milano
di M.VENTURELLI 02 set 2015 00:00

Monari: chi incontra Dio non può non essere misericordioso

Oggi su Avvenire un'intervista al Vescovo sulla lettera di Papa Francesco per l'anno della misericordia

“Una straordinaria e fantasiosa iniezione di speranza per la nostra società sempre più frammentata e sempre meno attenta all’importanza dei legami comunitari”. Si apre così l’intervista a mons. Luciano Monari, pubblicata sull’edizione di oggi di “Avvenire” a firma di Luciano Moia., sulla Lettera del Papa sull'Anno della misericordia.

Il quotidiano milanese, nel giorno in cui il Vescovo ha invitato preti e parrocchie bresciane ad aprirsi all’accoglienza di profughi e richiedenti asilo, ha chiesto la sua opinione, in qualità di presidente della commissione episcopale Cei per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, su un documento con papa Francesco, ancora una volta, esprime la sguardo misericordioso con cui la Chiesa, i suoi uomini e le sue donne, devono guardare al mondo e alle sue sofferenze.

“Perché – è la prima domanda che Moia pone rivolge a Monari – oggi nella nostra società stiamo smarrendo la prassi della misericordia?”
“La misericordia – è la risposta del Vescovo – presuppone un legame che esiste o che vogliamo stabilire. Oggi invece non vogliamo più legami, ci fanno paura. Viviamo poco i legami con le persone, mentre ci attacchiamo alle cose materiali e dimentichiamo ciò che contra davvero. Quando si parla di notte della comunità, descriviamo proprio questo”.

Nell’intervista pubblicata da Avvenire in alcune pagine di approfondimento della lettera per l’Anno che si apre l’8 dicembre, si chiede a Monari se l’apertura a fedeli e sacerdoti della Fraternità San Pio X debba essere letta nella linea dello spirito giubilare indicato da papa Francesco. “È un’intuizione – è la risposta del Vescovo – che arriva davvero dalla particolare sensibilità di papa Francesco, profondamente e radicalmente cristiana”. Si tratta, secondo mons. Monari, di un atteggiamento creativo che supera questioni teologiche o impedimenti canonici. “E lo decide di sua volontà – continua ancora nella sua risposta il Vescovo – anche quando parla della possibilità di concedere il perdono alle donne che hanno abortito”.

“La misericordia – è la riposta all’ultima domanda posta da Moia a mons. Monari – non è mai contro la verità. Una non esclude l’altra, anzi. La misericordia non si deve porre nessun limite, Dio la dona gratuitamente, senza condizionamenti. Se io incontro la misericordia di Dio e non divento a mia volta misericordioso, vuol dire c’è qualcosa che non va, che ho impedito al mio cuore di crescere secondo la volontà del Signore”.
Papa Francesco con la sua lettera, è la conclusione di mons. Monari, esorta a prendere la decisione contraria.
M.VENTURELLI 02 set 2015 00:00