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Albania
di EDMONDO BERTUSSI 06 mag 2016 00:00

Padre Fausti sarà beato...

La notizia della beatificazione di padre Giovanni Fausti, martirizzato
per mano del governo comunista di Hoxha, è motivo di gioia per la Chiesa e per la comunità natale di Marcheno

Marcheno avrà per la prima volta nella storia il suo beato: padre Giovanni Fausti, gesuita. Il colore dei paramenti liturgici della sua festa sarà quello rosso dei martiri. L’annuncio è arrivato ufficialmente mercoledì 27 aprile alla fine dell’udienza papale: apa Francesco aveva ricevuto in udienza il prefetto della Congregazione per le cause dei santi, il card. Angelo Amato, e autorizzato la promulgazione dei decreti di beatificazione, dell’arcivescovo di Durazzo, Vincenzo Prennushi, francescano, e di 37 compagni, martiri sotto il regime comunista albanese e tra essi padre Giovanni Fausti fucilato a Scutari col confratello padre Dajani di Blinisht all’alba del 4 marzo 1946. Una notizia anticipata da Roberto Gitti, sindaco nel 1996 anno del gemellaggio con Blinisht nel 50° del martirio, come imminente quindici giorni prima dalla parlamentare albanese Paulina Hoti, il 4 marzo a Marcheno per il 70° del martirio, in contatto con il vescovo Massafra di Scutari

Padre Fausti. Giovanni Fausti, primo dei 12 figli dell’agricoltore Paolo Antonio Fausti, ramo Sonècc, era entrato in seminario a 10 anni dove conobbe e fece amicizia anche con il futuro papa Paolo VI, Giovanni Battista Montini. Chiamato alle armi nel 1917, nel 1920 dopo aver seguito un corso all’Accademia Militare di Modena, fu mandato in servizio a Roma dove frequentò la Facoltà di Lettere presso l’Università. Congedato nello stesso anno come sottotenente di artiglieria, riprese gli studi nel Seminario Lombardo di Roma.

L’ordine dei gesuiti. Poi entrava nell’ordine dei Gesuiti. Un religioso straordinario: grandissimo studioso e autore di numerose opere sempre segnate dal confronto dell’islamismo con il cattolicesimo, per ricercarne i motivi di un preveggente dialogo pacifico. Nel maggio 1945 era stato promosso Viceprovinciale dei Gesuiti in Albania, in un momento tragico per il Paese che si vantava di essere lo stato più ateo del mondo. Arrestato e processato a fine 1945 con altri confratelli e religiosi, accusati di essere traditori della nazione, asserviti agli occidentali e spie del Vaticano, era fucilato a Scutari come detto il 4 marzo 1946.

Il paese. Commozione e tanta gioia in paese. La nipote Rosa figlia del secondo fratello Emilio: “Non ci sono parole, non l’ho conosciuto, sono del 1942, ma in famiglia era già il nostro Santo, esempio pregato per averne l’intercessione per continuare anche noi nella fede.” Un parrocchiano, Italo Mossoni: “Per noi era una certezza, dall’inizio del processo canonico nel 2002: lui lo meritava e per tutti è un grande onore”. Il Sindaco Diego Bertussi:”Orgoglio, soddisfazione, amore mio personale e di tutta la comunità per padre Giovanni e l’immensa eredità morale e spirituale che ci ha lasciato”. Il parroco don Giuseppe Rossi: “Con tutta la Comunità parrocchiale di Brozzo, che ha dato i natali e la figliolanza spirituale mediante il Battesimo a Padre Giovanni Fausti, e in modo particolare con tutti i parenti ho esultato di gioia. In un attimo ho rivisto il film della sua vita, il suo amore verso i più bisognosi, fino al dono totale di sé stesso gridando ‘Viva Cristo Re, Viva l’Albania’”.

Un beato. “Tanti fatti, tante occasioni di riflessione per me e per tutta la comunità. Un Beato in casa porta sicuramente grazie dal cielo, ma soprattutto ci chiede un maggior impegno e coraggio per vivere meglio la nostra vita cristiana, come ha fatto lui. Grazie, Signore, per questo dono, aiutaci a non sprecarlo”.
EDMONDO BERTUSSI 06 mag 2016 00:00