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La Paz
di REDAZIONE ONLINE 09 lug 2015 00:00

Papa Francesco in Bolivia: "Oggi è il tempo dell'integrazione

Dopo l'Ecuador il viaggio apostolico del Pontefice continua. I primi incontri e l'abbraccio della folla a La Paz

Seconda tappa del viaggio di Papa Francesco in America Latina, dopo le giornate in Ecuador, il Pontefice è arrivato ieri in Bolivia. Ad accoglierlo per la cerimonia di benvenuto, il presidente Evo Morales che ha definito Francesco "Papa dei poveri". Il Pontefice, da parte sua, ha lanciato un appello a proseguire nel cammino della coesione sociale con una visione integrale di progresso per custodire i poveri, gli ultimi, "quanti sono scartati a causa di tanti interessi che pongono al centro della vita il dio denaro”. Incontenibile la gioia delle centinaia di migliaia di fedeli che per ore lo hanno atteso lungo il percorso che ha portato Francesco fino alla capitale.

Questo il resoconto della prima giornata boliviana di Papa Francesco proposta da radiovaticana.va.

Dallo scalo aeroportuale più alto del mondo, 4mila metri di altezza, abbracciato dal presidente Morales che gli ha messo al collo un’insegna aymara e dagli onori militari sulle note dell’inno boliviano dal tipico suono della quena, Francesco ha iniziato la sua visita pastorale in Bolivia, a 27 anni dal passaggio del suo predecessore San Giovanni Paolo II.

Papa Francesco si è poi recato nel Palazzo del Governo di La Paz per una visita di cortesia al presidente boliviano Evo Morales. Subito dopo l'incontro con le autorità civili nella Cattedrale di La Paz.

A loro ha ricordato, come riporta la cronaca dell'incontro proposta da radiovaticana.va, che "se la politica è dominata dalla speculazione finanziaria o l'economia si regge solo sul paradigma tecnocratico e utilitaristico... non si potranno risolvere i grandi problemi che affliggono l'umanità".

Papa Francesco ha definito la Boliva "terra innocente e bella". Un esempio in qualche modo in America Latina, perché oggi, ha detto il Pontefice, “in questa terra dove lo sfruttamento, l'avidità, i molteplici egoismi e le prospettive settarie hanno oscurato la sua storia, oggi - ha scandito – può essere il tempo dell'integrazione". Proprio dalla Bolivia possono arrivare "nuove sintesi culturali".

Tutto questo, ha continuato, passa attraverso un maggiore rispetto per la persona umana: “L'ambiente naturale e l'ambiente sociale, politico ed economico sono strettamente correlati” ha affermato il Papa, riprendendo alcuni passi dell'enciclica Laudato si’.

Tocca dunque alla politica, ha ricordato, che non deve essere dominata “dalla speculazione finanziaria” o all'economia che non si deve reggere “solo sul paradigma tecnocratico e utilitaristico della massima produzione”, perché altrimenti “non si potranno neppure comprendere, né tantomeno risolvere i grandi problemi che affliggono l'umanità”.

Dunque vanno tenute in giusta considerazione le “tradizioni popolari”, il ruolo delle religioni. “La libertà religiosa – ha sottolineato il Pontefice – ci ricorda anche che la fede non può essere ridotta alla sfera puramente soggettiva”.

Papa Francesco ha poi invitato a non confondere “bene comune” con “benessere”. “Il benessere che fa riferimento solo all’abbondanza materiale tende ad essere egoista – ha detto - Così inteso, il benessere, invece di aiutare, è portatore di possibili conflitti e di disgregazione sociale; affermatosi come prospettiva dominante, genera il male della corruzione” .
Ed ancora, il Pontefice torna a parlare dei valori positivi della famiglia, “non promuoverla significa lasciare i più vulnerabili senza protezione”. Altro tema nodale del primo incontro boliviano nella cattedrale di La Paz, è stato quello dell’immigrazione, anche per la Bolivia: “una nazione che cerca il bene comune non può chiudersi in sé stessa; le reti di relazione consolidano le società. … Bisogna quindi costruire ponti piuttosto che muri”.
REDAZIONE ONLINE 09 lug 2015 00:00