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Roma
di M.VENTURELLI 25 feb 2015 00:00

Scuola: la riforma Renzi sarà "buona"?

Nei giorni scorsi a Roma un incontro per fare il punto su quello che sin dal suo insediamento a palazzo Chigi, il premier ha considerato un progetto di capitale importanza per il futuro del Paese. Tra i partecipanti anche tre bresciani; l'eurodeputato e presidente della Fism Luigi Morgano, Massimo Pesenti della segreteria nazionale della federazione delle scuole materne e Giancarlo Onger. Il commento di Pesenti

La scuola che cambia cambia il Paese. Per festeggiare il primo anno di governo il premier Matteo Renzi e il Pd hanno promosso, il 22 febbraio scorso a Roma, un convegno per fare il punto su quella che il presidente del consiglio considera la riforma delle riforme: quella della scuola.

Con l’establishement del Partito democratico hanno accolto l’invito del premier anche i rappresentanti di molte realtà interessate al progetto di “Buona scuola” voluto dall’esecutivo. Tra questi anche i bresciani Luigi Morgano, nella doppia veste di eurodeputato e di presidente nazionale della Fism, Massimo Pesenti della segreteria nazionale delle federazione delle scuole materne, e Giancarlo Onger, presidente della sezione bresciana dell’associazione per il coordinamento nazionale degli insegnanti specializzati e la ricerca sulle situazioni di handicap.

Per Pesenti l’incontro promosso da Renzi è stato di particolare importanza perché è stata l’occasione per ribadire la centralità della scuola e dei suoi percorsi formativi nei programmi del governo. Essendo promossa dal Pd e dall’esecutivo c’era però il rischio che la giornata si trasformasse in una sorta di celebrazione dell’azione dell’esecutivo, invece non sono mancate anche le voci critiche.

“Di per se la partecipazione all’evento era subordinata ad un'iscrizione. Una condizione – continua Pesenti – che ha permesso la presenza di chiunque avesse interesse a conoscere l’avanzamento della riforma voluta da Renzi. In questo modo il dibattito si è arricchito anche di voci critiche, espresse soprattutto da insegnanti non in sintonia con la riforma soprattutto in tema di immissione in ruolo solo per concorso”.

Il premier ha risposto ricordando come nel corso del 2014 siano stati organizzati sui territori diverse occasioni di incontro e di confronto per fare in modo che la riforma non venisse percepita come l’ennesima imposizione dall’alto. “Incontri e confronti – afferma Pesenti – che sono serviti anche per dare compiutezza alle indicazioni raccolte con la consultazione online sulla buona scuola”. A Brescia, ha ricordato il membro della segreteria nazionale della Fism, “Comunità e scuola” aveva promosso un incontro con due parlamentari del Pd per fare giungere all’esecutivo tutte le istanze e le osservazioni di chi nel mondo della scuola vive ogni giorno rispetto alla riforma ipotizzata.

Quando si parla di riforma della scuola c’è sempre una sorta di diffidenza. Troppe, in passato, sono state le riforme annunciate e mai portate a termine e tante anche quelle che alla fine sono state per la scuola una sorta di boomerang. Naturale che anche quella proposta da Renzi sia guardata con sospetto… “Anche la Fism – ricorda Pesenti – ha evidenziato alcune perplessità contenute nel progetto della Buona scuola, a partire dal fatto che non preveda ancora il doppio canale del sistema scolastico nazionale: quello della scuola statale e quello della paritaria. Il premier ha confermato, però, che ogni scelta che la riforma andrà ad assumere sarà dettagliatamente spiegato, così come verrà dato conto delle istanze giunte dal basso ma che non potranno essere recepite del progetto”.

I tempi annunciati dallo stesso Renzi (l’inserimento dell’avvio dell’iter della riforma della scuola nell’ordine del giorno del consiglio dei ministri in programma per il 27 febbraio) daranno modo al Paese e a tutti gli interessati di misurare sul campo l’attendibilità delle promesse e delle intenzioni dell’esecutivo rispetto al mondo della scuola.

“Personalmente – continua Pesenti – sono uscito dall’incontro sulla scuola sufficientemente fiducioso perché il premier ha più volte ribadito che la riforma partirà da una visione complessiva di questa realtà. Non si tratta dunque di un progetto dettato soltanto dagli aspetti economici, da quelli occupazionali, strutturali o didattici. I decreti attuativi saranno al proposito probanti di questa dichiarata intenzione”.

Da Roma è giunta anche la notizia dell’istituzione dei “mille per la buona scuola”, un gruppo di persone, di cui Pesenti fa parte, che monitoreranno, in tempi e modi ancora da definire secondo comunque gruppi di lavoro, il cammino della riforma che non si chiude con l’emanazione dei decreto attuativi. I mille dovranno suggerire anche eventuali correttivi”.
M.VENTURELLI 25 feb 2015 00:00