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Brescia
di VITTORIO BERTONI 19 lug 2017 13:31

A scuola di restauro

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Grazie alle collaborazioni con le istituzioni del territorio, l’Hdemia SantaGiulia ha potuto offrire ai propri studenti occasioni uniche di formazione in alcuni dei luoghi culturali e artistici più significativi della città, su opere d’arte segnate dal tempo e che sono diventate oggetto di studio per tesi di laurea e nuovi progetti

Una vera e propria operazione di “cultura del restauro” che vuole accompagnare tutti i tipi di pubblico, dai bambini sino agli adulti e agli ordini professionali, nella comprensione della figura professionale del Restauratore, affascinante e complessa, in continua evoluzione tra abilità antiche e tecnologie moderne, che si occupa di salvaguardare il valore culturale dei beni, limitandone il degrado e assicurandone la conservazione. È questo l’ambizioso obiettivo che si propone l’Hdemia di Belle Arti SantaGiulia, unica realtà accademica a Brescia a potere offrire questo tipo di formazione grazie al Corso di laurea in restauro. “Un percorso che parte da lontano – afferma il direttore Riccardo Romagnoli – dietro il quale c’è un intenso e complesso lavoro, dettato anche dai tempi. Un percorso virtuoso che unisce scuola e mondo reale per il quale si è costruito un ponte fatto di relazioni e attori diversi che rivolge i propri sforzi nella salvaguardia del patrimonio culturale, per non disperdere la nostra identità. Occorre avere una visione sul futuro e sulle nuove tecnologie, sempre però con i piedi per terra perché se manca l’identità non si fa nulla”.

Grazie alle collaborazioni con le istituzioni del territorio, l’Accademia ha potuto offrire ai propri studenti occasioni uniche di formazione in alcuni dei luoghi culturali e artistici più significativi della città, su opere d’arte segnate dal tempo e che sono diventate oggetto di studio per tesi di laurea e nuovi progetti. “Abbiamo instaurato partnership – spiega il vice direttore Ilaria Manzoni – con istituzioni e scuole del territorio per coinvolgere studenti e docenti sul campo seguendo il filo conduttore di lavorare sulla conservazione preventiva e non più con operazioni ‘salvavita’”. A palazzo Averoldi, di proprietà della Fondazione Casa di Dio, è iniziato il restauro di preziosi affreschi. Con Brescia Musei si è dato corpo al progetto “Tele e tavole”, recuperando a nuova vita opere custodite nei depositi. Con la Fondazione Teatro Grande si è avviato il programma di alternanza scuola-lavoro che ha visto alcuni studenti del Foppa e del Tartaglia-Olivieri impegnati in lavori sul Ridotto. Infine i bambini della Scuola Audiofonetica sono stati protagonisti di laboratori nel corso dei quali hanno sperimentato il ‘saper fare’ e l’orientamento a capire l’affascinante professione del restauratore.

VITTORIO BERTONI 19 lug 2017 13:31