lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di DARIA AIMO 08 nov 2021 07:00

Adottare con la scuola una famiglia afghana

La Dirigente scolastica dell'Istituto Canossiano spiega come la scuola si è attivata per adottare una famiglia afghana

Nelle ultime settimane i nostri occhi si sono riempiti di immagini dolorose provenienti dall’Afghanistan; non è possibile rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza di bambini, donne e uomini in fuga dal loro Paese. Questo dramma ci provoca e ci chiama all’impegno, se crediamo davvero che la libertà e la democrazia siano diritti inalienabili. Come scuola, ci siamo lasciati interpellare da questa situazione e abbiamo deciso di raccogliere la sfida. Che cosa possiamo fare concretamente? Per questo è nato, in seno all’Istituto Canossiano di via Diaz e alla Commissione Solidale, organo interno della scuola, il progetto “adottare” una famiglia afghana giunta in Italia, offrendole sostegno economico, casa e percorso scolastico, in modo da concretizzare rispondere con i fatti all’appello del Papa e del presidente Mattarella.

Adottare significa in primis accogliere e garantire uno spazio domestico stabile e sicuro da cui ripartire; affiancare e accompagnare nel risolvere concretamente i problemi di inserimento nella comunità; operare secondo una logica inclusiva ed educativa, non assistenziale. Abbiamo preso i contatti con il Servizio di Accoglienza e Integrazione che sta seguendo le famiglie afghane giunte a Brescia, offrendo la nostra disponibilità. Abbiamo, inoltre, coinvolto e mobilitato le famiglie dell’Istituto, chiedendo un contributo a tutti: dal segnalare o mettere a disposizione un appartamento gratuitamente o con un affitto calmierato, al donare pacchi alimentari, abiti, giocattoli. Nello specifico, la scuola accoglierà e seguirà i bambini nel percorso scolastico. Nella mission della scuola rientra a pieno titolo sensibilizzare e promuovere un clima e una cultura favorevoli ad un’autentica e forte integrazione tra bambini e famiglie. Ma, ovviamente, non intendiamo operare secondo una logica assistenziale o sostitutiva. Siamo convinti che la solidarietà non solo sia uno dei pilastri della democrazia, ma anche il collante di una società civile. Sarebbe auspicabile che questa iniziativa venisse raccolta anche da altre scuole bresciane e da altre realtà sul territorio.

Alla fine, la solidarietà, come affermava l’abbé Pierre, non è dare, ma saper agire contro le ingiustizie.

DARIA AIMO 08 nov 2021 07:00