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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 06 nov 2020 08:46

Agricoltura: crocevia del futuro

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Intervista alla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova che avrebbe dovuto essere a Brescia per la Giornata nazionale del Ringraziamento di domenica 8 novembre. Nella stagione difficile della pandemia rilancia l'importanza del comparto agroalimentare italiano

Il peggioramento della situazione sanitaria nel Paese che nessuno, al momento di affidare a Coldiretti Brescia l’organizzazione e l’ospitalità della Giornata nazionale del Ringraziamento, immaginava così repentino nella sua evoluzione, costringe il Governo ad adottare misure di prevenzione sempre più stringenti. Dpcm e azioni di contenimento hanno di fatto limitato l’arrivo in città di figure “di casa” alle Giornate di Coldiretti, a partire dal ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova che “Voce” ha raggiungo per un’intervista.


Nei mesi difficili del lockdown il Paese ha compreso l’importanza di poter contare su un efficiente comparto agricolo. Quale spazio avrà nella distribuzione delle risorse del Recovery Fund?
In quei drammatici mesi il sistema agroalimentare non si è mai fermato, garantendo cibo, e cibo di qualità, al Paese.
Un settore che io ritengo strategico per il Paese ha dimostrato tutta la sua centralità, ribaltando quel luogo comune profondamente sbagliato che spesso lo vuole scontato e obsoleto. Per questo ho parlato di Filiera della vita, una filiera caratterizzata in modo forte dalla presenza di donne. E che coincide in modo evidentissimo con l’interesse nazionale.
Progettarne la trasformazione e il rilancio è la grande sfida che abbiamo davanti. Per traghettare un settore così prezioso nel futuro l’occasione del Recovery Fund e del Piano nazionale Ripresa e Resilienza è importante: non un euro deve andare sprecato e quel Piano deve avere, come ho detto più volte, un cuore agricolo, per il contributo che il settore può offrire al rilancio economico del Paese e al processo di transizione verde e digitale dell'intera economia.

Agricoltura protagonista della transizione verde, dunque?
Assolutamente. All'appuntamento con la sfida epocale delle trasformazioni climatiche e del futuro verde non ci si può presentare senza puntare su questo settore avendo ben chiaro come la sostenibilità debba contemporaneamente essere declinata sui tre pilastri sociale, ambientale, economico.
Noi intendiamo giocare da protagonisti la partita del Green deal europeo, esserne uno dei veri motori. Allo stesso tempo, siamo impegnati sulla definizione della Strategia  nazionale per il Sistema Agricolo, Agroalimentare, Forestale, della Pesca e dell'acquacultura, declinati lungo precise priorità: rigenerazione del sistema agricolo e alimentare nel nostro paese attraverso il potenziamento delle imprese e delle filiere; la lotta al dissesto idrogeologico; la tutela delle risorse non rinnovabili; la tutela e la valorizzazione delle foreste; la tracciabilità e trasparenza sull’origine dei cibi; la promozione internazionale; la sostenibilità integrale e sicurezza nei controlli, la tutela del lavoro; la centralità che la nostra Strategia assegna alle aree interne.

Ci sono criticità che l’agricoltura italiana deve ancora superare?

Non mancano. Ma direi che la condizione ineludibile, quella da cui non si può prescindere per rendere il settore competitivo e puntare alla sua rigenerazione, è sicuramente il riallineamento della filiera e della catena del valore nella dinamica produttori-trasformatori- distribuzione. Per evitare che, nel passaggio dalla terra alla tavola, costi bassi, criticità, crisi climatica si scarichino esclusivamente sugli anelli deboli. E a valle, loro malgrado, sui consumatori. Per questo abbiamo puntato sulle filiere nella Legge di bilancio 2020 e continueremo a farlo nella prossima, dove proponiamo un investimento di 150milioni con un obiettivo per me prioritario: rafforzamento della competitività delle filiere, a partire dalle produzioni d’eccellenza e dai mercati più importanti.
Qualità integrata dal campo e dal mare alla tavola significa questo: rapporti stabilizzati tra tutti gli anelli del sistema. È questo che permette l’equilibrio di cui c’è bisogno e soprattutto impedisce che le criticità si scarichino sugli anelli più deboli; i lavoratori e le lavoratrici agricole o della pesca, le imprese più piccole spesso rese vulnerabilissime dalla concorrenza sleale e però determinanti, ad esempio, quando parliamo di ripopolamento delle aree interne.

La Giornata nazionale del Ringraziamento si celebra a Brescia, in un territorio che in campo agricolo ha sposato la causa della qualità dei suoi prodotti e delle sue filiere. Non sempre, però, in queste battaglie si sente supportato da leggi e da chiare scelte politiche. A volte la tutela del made in Italy e, nello specifico del made in Brescia, sembra essere una questione che riguarda solo gli addetti ai lavori…
Andiamo per gradi. Appena insediata al Ministero delle Politiche Agricole mi sono data una regola: discussione e confronto periodico con il settore e il sistema istituzionale. Un metodo che proprio nel corso dei drammatici mesi della pandemia si è dimostrato preziosissimo. Quando affermo che l’agricoltura è un settore che può parlare al futuro lo dico pensando alla grande forza inclusiva ed espansiva che questo settore possiede e alla necessità di coinvolgere in questa strategia di futuro ogni singola comunità territoriale. Discorso a parte, ma non meno determinate, riguarda invece la lotta al falso made in Italy e all’italian sounding che ci vede impegnati senza tregua.

E che equivalgono a un danno di circa cento miliardi l’anno.
Sottolinearlo è importante, perché ci dà anche il senso delle cose e soprattutto la necessità di tutelare quelle agricolture, come la vostra, che hanno puntato su qualità ed eccellenza. L’italian soundingrappresenta un vero e proprio furto di identità che danneggia i nostri produttori, inganna e spesso rischia di incrinare la salute dei consumatori, e che danneggia la nostra reputazione nel mondo.
Per contrastarlo sappiamo di poter contare su un sistema di controlli tra i migliori al mondo, grazie alle attività degli organismi legati al Mipaaf come l’Ispettorato repressione frodi - ICQRF, la Guardia Costiera e il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, in grado di intervenire anche sul web che costituisce un elemento sempre più determinante. E dobbiamo rafforzare sempre di più il patto con i consumatori, italiani e globali.
Ricordo che nel febbraio scorso abbiamo approvato la proposta di legge avanzata insieme al collega Bonafede, attualmente in corso di esame in Commissione Giustizia alla Camera, che mira a tutelare la salute pubblica e la sicurezza alimentare contro le frodi commerciali; difendere le caratteristiche e l’origine geografica degli alimenti; riorganizzare la categoria dei reati per garantire l’effettiva tutela dei prodotti e risposte concrete da punto di vista sanzionatorio a seconda della gravità del reato ipotizzato.

A che punto è la sua battaglia contro il caporalato, fenomeno che, seppure in proporzioni meno evidenti rispetto al Sud, a volte è denunciato anche al Nord, anche nelle nostre terre?
Il caporalato è mafia, è criminalità, mortifica la dignità umana mentre inquina l’economia sana con un danno spesso mortale per le imprese che scelgono regole, legalità, valore sociale. Sconfiggerlo è una battaglia di civiltà che attiene all’ etica della politica. Rivendico a pieno titolo la norma sull’emersione, che consente a circa 220 mila persone di essere finalmente visibili e poter avviare un percorso di regolarizzazione. Un risultato rilevante che va implementato, per sconfiggere caporalato e sfruttamento lavorativo che non caratterizza solo l’agricoltura e non solo il Mezzogiorno, come ci dicono numerosissime inchieste.  
Su questo ruolo del Piano triennale di prevenzione contro il caporalato è nodale. Così poter disporre di un Calendario delle colture e dei relativi fabbisogni di lavoro agricolo, premessa fondamentale per garantire alle imprese la manodopera e ai lavoratori un contratto regolare. Ci stiamo lavorando insieme al Crea ed è la prima volta che il Mipaaf investe risorse, in questo caso 150mila euro, direttamente per lo studio del mercato del lavoro agricolo e per la prevenzione del caporalato. A cui affiancare la piattaforma che deve consentire di incrociare in modo trasparente e immediato domanda e offerta di lavoro.

Quello dell’agricoltura, almeno nel Bresciano, è un mondo che ancora attira i giovani e stimola l’imprenditorialità al femminile. Il suo ministero ha in animo qualche azione a sostegno di queste due dimensioni?

Giovani e donne sono la più straordinaria leva per l’innovazione su cui può contare il nostro Paese. E in agricoltura innovazione, ricerca, multifunzionalità, saranno sempre più determinanti. L’agricoltura 4.o significa pensare a un patto tra ecologia e tecnologia, per la tutela di beni comuni non riproducibili come aria, suolo, aria.
Siamo al lavoro perché anche nella prossima Legge si confermino due misure bandiera come “Donne in campo” e gli il sostegno ai giovani agricoltori con sgravi contributivi e zero spese per 2 anni. Incentivare il ricambio generazionale in agricoltura e favorire l’autoimprenditorialità è una leva per il futuro. Quel futuro di cui abbiamo bisogno.

Un’ultima domanda: quasi al termine di un anno particolarmente pesante, quali sono le ragioni per cui il mondo dell’agricoltura dovrebbe ringraziare e fare festa?
L’agricoltura, come dice Papa Francesco, è l’humus dell’umanità. Il futuro sostenibile che vogliamo realizzare, il diritto al cibo – e cibo di qualità - per tutti che vogliamo garantire, passano da qui.

MASSIMO VENTURELLI 06 nov 2020 08:46