IA: dilemma fra etica e innovazione
In occasione del convegno tenutosi a Brescia, organizzato dalla Fondazione bresciana per gli studi giuridici ed economici (che unisce commercialisti, avvocati, notai e consulenti del lavoro, l’Università e dell’ordine degli ingegneri) si è parlato di intelligenza umana ed artificiale (IA), e di come le professioni si preparino ad affrontare vari problemi, primo fra tutti il dilemma fra etica ed innovazione. Dopo i primi entusiasmi il ricorso all’IA mostra le prime sconfitte: la maggior parte dei progetti professionali ad essa ispirati pare statisticamente destinato al fallimento. Si verificano errori di strategia, governance, gestione dei dati, implementazione del sistema IA (scarsa qualità dei dati, sottovalutazione dei costi, omessa integrazione nei processi, trascuratezza nella gestione del cambiamento). Mancano competenze e la capacità di trasformare le potenzialità dell’IA in risultati concreti e sostenibili per gli studi professionali. E’ cruciale mantenere centrale il giudizio umano, sviluppare nuove competenze e definire regole per un uso consapevole e trasparente dell'IA- Il timore è esteso: nei tribunali si teme che l’IA sostituisca l’apporto personale del giudice nella valutazione dei casi. Nel mondo tributario si teme che l’uso di IA possa portare ad abusi contro i cittadini: l’agenzia delle entrate nell’ambito dei propri controlli potrebbe non motivare il dettaglio sulle indagini ed informazioni e sulla procedura informatica utilizzata, con indebolimento della difesa dei contribuenti. Occorrono presidi a tutela di cittadini, contribuenti e professionisti, nel rispetto delle normative sulla privacy e sui tributi. Perciò, a parte gli scenari ricchi di opportunità, che affascinano da tempo anche l’economia mondiale, l’uso dell’IA nelle professioni solleva questioni etiche, giuridiche ed operative.
Sono necessari una governance efficace, volta a mitigare i rischi, e strumenti come la supervisione umana, la tutela dei dati personali, la cybersicurezza ed il rispetto del segreto professionale. Emerge il ruolo strategico delle professioni giuridiche, consulenti e garanti nel promuovere un impiego responsabile dell’IA, onde mantenere la giustizia e la tutela dei diritti fondamentali dell’umanità. Il dilemma travalica le professioni ed induce a riflettere su considerazioni di natura culturale e filosofica, richiamandosi personaggi del calibro di Spinoza, Leibnitz e Camus, pietre di raffronto con i più moderni sostenitori dell’evoluzione scientifica, come Elon Musk. Vi è il timore che si svilisca il ruolo stesso dell'essere umano sul pianeta. Viene richiamato il mito greco di Talos, una sorta di proto-robot, esempio di intelligenza artificiale o automa meccanico, simboleggiante la difesa automatica di un territorio, e si ripropongono in chiave simbolica antiche domande sul rapporto uomo/tecnologia in prospettiva etica e deontologica.
@ Foto Siciliani-Gennari/Sir