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Brescia
di LANFRANCO SANZENI 04 giu 2025 10:35

Alzheimer: diagnosi, cura e prevenzione

La cura dei nostri cari è un dovere prioritario e improrogabile nella vita di ognuno di noi, specialmente quando ci troviamo di fronte a malattie totalizzanti che, una volta raggiunto lo stadio avanzato, diventano irreversibili, come l’Alzheimer. Per questo motivo, riservare un occhio di riguardo verso lo studio, la prevenzione e la diagnosi della patologia genetica in questione risulta altrettanto doveroso.

Tuttavia si sa, non tutti dispongono degli strumenti per valutare la problematica e agire di conseguenza: è per questo che, dimostrando una nobile volontà di condivisione, l’Università degli Studi di Brescia e l’ASST Spedali Civili hanno tenuto una conferenza congiunta per divulgare i risultati di due studi internazionali su un nuovo metodo di diagnosi dell’Alzheimer, pubblicati sulle illustri riviste “Brain” e “Nature”, a cui le suddette istituzioni hanno contribuito non poco.

In primo luogo, il direttore della clinica neurologica dell’Università degli Studi, nonché dell’SC neurologia presso l’ospedale civile, Alessandro Padovani, ci tiene a mettere in chiaro una premessa: proprio perché l’Alzheimer è curabile, è importante intervenire prima che sia troppo tardi. “Pensate ai neuroni come tanti piccoli bonsai all’interno della nostra testa di cui ci dobbiamo prendere cura - afferma Padovani - quando il bonsai non è in salute, inizia a perdere le foglie”.

Detto questo, il nuovo test di diagnosi si chiama “Lumipulse p-tau217”, è attualmente in attesa dell’approvazione dell’EMA (European Medicines Agency) e consiste in un’analisi plasmatica volta alla misura del biomarcatore ematico “p-tau217”, ovvero una proteina del sangue che, se alterata, è predittiva di una forma precoce di Alzheimer. Quest’ultima innovazione della diagnostica è innanzitutto non invasiva, in quanto si limita alla mera analisi plasmatica. È inoltre tanto accessibile, poiché può potenzialmente essere svolta in qualsiasi luogo, quanto precisa, visto che la sua precisione si aggira fra l’85 e il 93%. Ci sono poi dei vantaggi più “strutturali”, come la possibilità di assistere un ingente quantitativo di pazienti, con la conseguente riduzione delle interminabili liste d’attesa e degli esami avanzati innecessari.

Per quanto riguarda la prevenzione dell’Alzheimer, si consiglia, in breve, uno stile di vita salutare: il fumo ne aumenta di 10 volte il rischio, mentre la costante vaccinazione antinfluenzale lo riduce del 40%; attenzione anche alla massa corporea.

Insomma, la divulgazione, mai come in questi casi, può solo fare del bene.

(Foto © www.assidai.it)

LANFRANCO SANZENI 04 giu 2025 10:35

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