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Brescia
di REDAZIONE 27 giu 2019 07:57

Annuario e restauro per il Luca Marenzio

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Presentati dalla presidente Nocivelli e dal direttore Baldrighi una pubblicazione che ripercorre la storia dell'istituzione musicale e il completamento di un intervento di recupero su un affresco contenuto nel salone Da Cemmo

Doppio importante traguardo per il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia che ieri ha presentato alla stampala pubblicazione del suo Annuario e il completamento del restauro del primo clipeo della parete settentrionale del Salone Da Cemmo. Esito di un lungo percorso fortemente sostenuto dalla presidente Laura Salvatore Nocivelli e dal direttore Alberto Baldrighi, che hanno accompagnato e sorvegliato ogni fase di queste due complesse operazioni.

L’Annuario del Conservatorio Luca Marenzio edito da Arti Grafiche Vannini e curato da Luigi Fertonani, è un volume che traccia la storia dell’Istituzione a partire dalla sua origine: allora Civico Istituto Musicale “Antonio Venturi”, nato all’indomani dell’Unità d’Italia, che grazie al generoso lascito dell’appassionato di musica Antonio Venturi vide la sua primaria costituzione.

Il volume illustra non solo le iniziative e le attività artistiche delle due sezioni del Conservatorio, quella di Brescia e quella di Darfo Boario Terme che nel 2018 ha compiuto quarant’anni dalla sua nascita, ma anche le figure dei musicisti che ne sono stati insegnanti e che hanno contribuito a segnare profondamente l’attività musicale bresciana, da Agostino Orizio a Mario Conter e a Giancarlo Facchinetti.

A completamento dei restauri che stanno interessando il Salone da Cemmo del Conservatorio Luca Marenzio di Brescia, si è appena concluso l’intervento sul primo clipeo della parete settentrionale, presieduto dalla Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brescia e portato a compimento grazie al generoso contributo di Ubi Fondazione Cabe di Inner Wheel club di Brescia nord, cui il Conservatorio deve il suo più profondo riconoscimento. Il dipinto fa parte della decorazione semi monocroma che, assieme alla parete policroma attribuita al Da Cemmo, costituisce il ciclo decorativo del salone del Conservatorio.

I clipei, collocati nelle porzioni tra le finestre delle pareti nord e sud, raffigurano Santi, Beati Agostiniani e teologi e sono inscritti in ghirlande di foglie e frutti con nastri su campo rosso. Il clipeo oggetto di restauro raffigura Sant’Antonio da Padova al centro con il giglio come attributo e altri quattro Beati Agostiniani reggenti libri. Sullo sfondo alcuni arbusti rimandano ad un giardino, mentre nella parte inferiore del tondo si conservano alcuni frammenti dell’iscrizione che indicava le figure rappresentate.

Il dipinto è stato eseguito con sapiente tecnica a secco su di un intonaco levigato, mediante una successione di strati pittorici che parte da una base grigia su cui risaltano stesure verdi e azzurre; su queste sono stati delineati i contorni e le ombreggiature delle figure, a loro volta lumeggiate con precisi tocchi gialli. Il dipinto si presenta con tre differenti stadi di conservazione poiché non tutta l’area è stata sottoposta agli stessi fattori di degrado.

La metà superiore conserva un’alta percentuale di pellicola pittorica originale, con qualche localizzata mancanza e una stesura disomogenea di un protettivo alterato. Dalla linea mediana del clipeo l’intonaco originale è ben conservato mentre la pellicola pittorica, eccetto la base grigia di fondo, è molto lacunosa; la zona inferiore è quasi totalmente perduta e sostituita con una stuccatura nei vecchi restauri. I materiali utilizzati nei precedenti interventi, quali i protettivi ed i colori utilizzati per le reintegrazioni, sono risultati inadeguati e soggetti a vistose alterazioni, inoltre le vecchie metodologie di pulitura non sempre hanno tutelato la pellicola pittorica nella sua interezza.

L’intervento attuale ha previsto il ripristino dell’adesione degli strati preparatori tra loro e la muratura, la pulitura dai depositi di sporco coerenti ed incoerenti, l’asportazione dei vecchi ritocchi cromaticamente virati.

Il restauro è stato un’occasione di studio, se pur circoscritto, delle tecniche pittoriche e potrebbe trovare completamento nelle successive campagne di restauro con l’approfondimento attraverso mirate indagini diagnostiche.

REDAZIONE 27 giu 2019 07:57