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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 29 nov 2019 08:54 Ultimo aggiornamento 29 nov 2019 10:54

Aumentano le famiglie in crisi

Sabato, in 210 supermercati, torna la Giornata della Colletta alimentare Nel 2018 sono state raccolte 197 tonnellate di generi di prima necessità

“Andiamo incontro a chi è più povero impegnandoci per ‘rafforzare in tanti la volontà di collaborare fattivamente affinché nessuno si senta privo della vicinanza e della solidarietà’”. È da questo presupposto, nel solco tracciato da papa Francesco nel Messaggio per la 23ª Giornata mondiale dei poveri, che si propone alla cittadinanza di partecipare alla Colletta alimentare, in calendario sabato 30 novembre. Nel Bresciano saranno coinvolti nell’iniziativa oltre 210 supermercati e circa 1.800 volontari. Il grande gesto popolare di educazione alla carità, lo scorso anno, ha permesso di raccogliere, fra città e provincia, 197 tonnellate di generi alimentari, distribuiti a 108 associazioni del territorio, tra cui San Vincenzo De Paoli, Croce rossa, Croce bianca, Centro Auxilium di Chiari, Fraternità di Ospitaletto e Cooperativa di Bessimo, solo per citarne alcune. “Supportiamo le diverse realtà nella grande missione che si sono date: aiutare il prossimo” ha affermato Nino Sciortino, referente a Brescia della Fondazione Banco Alimentare. Con lui abbiamo tracciato un bilancio di quanto fatto in questi anni, delineando i contorni dei nuovi volti della povertà.

A Brescia, come nel resto del Paese, sono centinaia di migliaia le persone che il Banco è riuscito a raggiungere dalla sua fondazione a oggi. Qual è la vostra forza?

È la condivisione delle attività con le molteplici realtà solidali del territorio, senza alcuna preclusione. Non ci fermiamo di fronte al colore della pelle o all’appartenenza religiosa. Ci interessa esclusivamente l’umanità delle persone. Il saper lavorare sinergicamente è un’esperienza che sperimento da ormai 23 anni. Di certo non risolveremo il problema della fame nel mondo, ma possiamo aiutare nel nostro piccolo tante persone, donando loro una speranza.

Il Banco alimentare è ormai una realtà consolidata sul territorio…

Posso raccontare dell’ultimo incontro organizzativo. Ci siamo ritrovati a Borgosatollo con i capi equipe. Erano presenti circa 150 persone appartenenti a realtà differenti, a cominciare dagli alpini. La povertà è una problematica molto sentita. Nell’occasione era presente il vicario generale, mons. Gaetano Fontana, che ci aiutato a riflettere, attraverso le parole del Vangelo, sul Messaggio di papa Francesco pronunciato in occasione della Giornata mondiale dei poveri. È stata significativa anche la testimonianza del nostro referente regionale, Giorgio Rizzi, che ha letto quanto scritto da una ragazza che lavora in una cooperativa: “La Colletta alimentare si vive 365 giorni l’anno”. Attraverso l’incontro quotidiano con volti differenti lei ha la possibilità di scorgere un’umanità che viene risollevata dalla propria condizione.

Chi sono i nuovi poveri?

I dati Istat parlano chiaro. Il trend bresciano rispecchia quello nazionale. Sono aumentati i nuclei familiari in difficoltà. La causa del disagio non è esclusivamente la disoccupazione. Registriamo grosse difficoltà anche nelle famiglie mono reddito. Il volto della povertà sta cambiando. Ciò che ci preoccupa maggiormente è l’escalation delle richieste di generi alimentari per i bambini. Durante la giornata della Colletta, infatti, chiederemo alla cittadinanza di donare, oltre ai tradizionali generi di prima necessità, anche alimenti per l’infanzia, come possono essere gli omogeneizzati.

Molti sono attratti dalla testimonianza che forniscono i volontari. Qual è lo spirito che li anima?

Quando ricevono dalle mani dei donatori quella che può essere una confezione di pasta, i volontari non hanno la possibilità di vedere concretamente come questa possa aiutare i più bisognosi, ma sono consci dell’importanza del gesto. D’altra parte sono consapevoli che aiutando il prossimo aiutano anche se stessi, percependo la propria povertà, che come ci insegna papa Francesco non è solo materiale.

A 14 anni dalla scomparsa di don Giussani, nell’esperienza del Banco cos’è rimasto del suo carisma?

Non si è persa una virgola di ciò che ci ha insegnato don Giussani. Il suo carisma non è scomparso con lui, ma prosegue nella nostra esperienza, in ciò che lui ci ha lasciato, non ultimo l’insegnamento forse più importante: guardare alla propria vita ricercando sempre la compagnia di Gesù.

ROMANO GUATTA CALDINI 29 nov 2019 08:54 Ultimo aggiornamento 29 nov 2019 10:54