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Brescia
di ELISA GARATTI 13 mag 2022 15:38

Brescia, eccellenza lombarda

Non è solo un punto di riferimento per la zona “Lombardia est”, il servizio di Audiologia e Foniatria pediatrica all’Ospedale dei Bambini di Brescia (presidio “Rocchettino” degli Spedali Civili) è una realtà d’eccellenza italiana dedicata ai minori con problemi di udito. Maria Grazia Barezzani, responsabile del reparto, ci ha aiutato a fare il punto della situazione di disabilità uditiva nel Bresciano.

Barezzani, quanti sono i minori in cura a Brescia?

Seguiamo i bambini fino ai 18 anni: in questo momento, tra controlli periodici e riabilitazione, sono circa 400 i pazienti. Le nuove diagnosi ammontano a circa 50 pazienti con vari livelli di sordità all’anno. I due terzi vengono protesizzati e, di questi, il 20% va incontro all’impianto cocleare.

A che età si iniziano a fare i primi esami?

Regione Lombardia ha reso obbligatori gli screening audiologici neonatali. Dopo le prime valutazioni, i bambini vengono inviati da noi per avere una diagnosi più precisa. In epoca pre screening, invece, le diagnosi arrivavano intorno ai 18 mesi.

Le famiglie come si approcciano al problema?

Faccio questo lavoro da 25 anni ma, ahimè, le famiglie non si sono maggiormente sensibilizzate al problema uditivo, nonostante le nuove tecnologie consentano una prognosi di gran lunga migliore rispetto al passato. Alla diagnosi sono impreparate: è una disabilità che non avevano preventivato perchè, ad oggi, non si fanno indagini prenatali per diagnosi d’udito. Ecco perchè abbiamo attivato, ormai da parecchi anni, un servizio di supporto psicologico: è fondamentale prendere in carico queste famiglie per accompagnarle nel processo di accettazione e adattamento alla disabilità.

Parlava di un miglioramento delle prognosi... In che senso? Quali sono i servizi offerti?

L’Ospedale è, in Lombardia, uno dei tre principali centri di riferimento per la sordità. Abbiamo tutti i requisiti per seguire un bambino: dallo screening alla diagnosi, alla terapia, alla chirurgia e alla riabilitazione. Se il bambino non ha altri disturbi associati e la famiglia collabora la prognosi è ottima. I nostri ragazzi arrivano a frequentare il liceo, l’università... Ormai le terapie consentono loro di fare una vita normale. Certo, è ovvio che per raggiungere questo obiettivo serve tanto lavoro e la collaborazione di tutti. Per esempio, la struttura dispone di 10 logopediste, quattro delle quali si occupano di sordità: uno dei principali problemi connessi alla sordità è il linguaggio, perchè senza una adeguata riabilitazione, il bambino incorre in difficoltà comunicative. Collaboriamo molto anche con le scuole: due volte l’anno, incontriamo gli insegnanti per affrontare insieme le diverse problematiche.

La sordità ha bisogno di controlli costanti... Con la pandemia come vi siete attrezzati?

Il primo problema connesso alla pandemia è l’obbligo di indossare le mascherine che impediscono l’accesso alla lettura labiale. Secondariamente, ha allontanato i bambini dalla riabilitazione: ecco perché abbiamo attivato il servizio di “tele-riabilitazione”, che facciamo tutt’ora nei casi in cui è possibile.

ELISA GARATTI 13 mag 2022 15:38