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di CAMILLA CORTELAZZO 05 mar 2020 10:45

Giovani volontari per il mondo

La sinergia fra Scaip, Svi, Medicus Mundi, Punto Missione Onlus, Focsiv e il Volontariato della Fondazione Tovini a servizio del prossimo

Il servizio civile è un’esperienza che unisce ragazzi di ogni nazionalità puntando ad un unico obiettivo: l’aiuto del prossimo. Scaip, Svi, Medicus Mundi, Punto Missione Onlus, Focsiv e il Volontariato della Fondazione Tovini portano avanti da tempo i sogni di tanti ragazzi pronti a partire per portare il loro contributo nel mondo. Di ritorno da pochi giorni, diversi volontari si sono trovati per fornire la propria testimonianza.

Sara. Fra questi c’è Sara, 28 anni, di ritorno dalle Filippine. Si è recata in una casa famiglia costruita da Francesco, un italiano, e sua moglie Flora, filippina. La casa ospita bambine che nel corso della loro vita hanno subìto abusi e maltrattamenti. Quello offerto è un accompagnamento che arriva fino alla maggiore età. Con loro Sara ha passato un anno, svolgendo attività come giardinaggio, cucina, compiti, vivendo in prima persona la delicata situazione che sta attrversando le Filippine. “È stato l’anno più bello della mia vita − ci racconta − un’esperienza che mi ha fatto crescere molto, non vedo l’ora di ripartire. Giusto il tempo di scegliere la prossima meta e sono pronta per una nuova esperienza”.

Ida. Poi c’è la 23enne Ida, di ritorno dal Brasile. Lei è stata ospitata dall’Istituto Piamarta, fornendo il proprio contributo ai ragazzi nel dopo scuola, dalle elementari alle superiori: un porto sicuro, quello dell’Istituto Piamarta, dove i ragazzi possono trovare spazio, oltre che per fare i compiti, anche per mangiare, per farsi la doccia e lavarsi i denti prima di fare ritorno a casa. Molti di loro purtroppo provengono da famiglie disagiate, a contatto con la criminalità o estremamente povere. Per questo i volontari ogni sera, prima che i ragazzi facciano ritorno nelle proprie case, distribuiscono una merenda abbondante che possa fungere anche da cena per alcuni di loro. Questa realtà cerca di evitare che i ragazzi, una volta terminato l’orario scolastico, possano avvicinarsi a compagnie poco raccomandabili, intraprendendo così strade pericolose. “Ho scelto questo percorso di un anno – ha raccontato - per capire qual è il mio posto nel mondo. In modo definitivo non l’ho ancora capito, ma sicuramente mi ha aiutato a capire che questa è la strada giusta”.

Elena. L’ultima protagonista che abbiamo incontrato è Elena, 25 anni, di ritorno dal Kenya. Era partita per un progetto educativo alla periferia di Nairobi dedicato a insegnanti ed educatori locali. Un percorso a loro dedicato per insegnare le tecniche di istruzione, training ed educazione da trasmettere attraverso l’insegnamento ai ragazzi del territorio. Molti di questi corsi riguardano la sensibilizzazione a temi molto delicati tra cui l’Hiv, l’educazione sessuale (trattata sia a scuola che fuori), un delicato approccio verso coloro che dovranno spiegare alla popolazione le linee guida migliori rispetto a questi temi. “L’Africa – ha sottolineato – era un sogno, prima di partire ho studiato biotecnologie mediche e lavorato in un centro di accoglienza. È da lì che ho capito che il tassello mancante era un’esperienza di questo tipo. Un anno bellissimo che mi ha lasciato tanto”.

Ong. Per il prossimo anno sono già stati selezionati 23 ragazzi dalle varie Ong bresciane pronti a partire dopo un periodo di formazione da fine marzo ai primi di aprile, per poi spiccare il volo a partire dal periodo di Pasqua. Tra le mete più gettonate ci sono il Brasile e le Filippine, ma una grande richiesta si registra anche per l’Africa.

CAMILLA CORTELAZZO 05 mar 2020 10:45