L’arte dei giovani insegna l’inclusione

“Fragilità sospesa”: quando l’arte dei giovani insegna l’inclusione. Il Palazzo della Regione Lombardia a Brescia ha ospitato la premiazione del concorso “Rappresentiamo l’Inclusione, Fragilità Sospesa” che ha unito l’Italia in nome della leggerezza, della libertà e della diversità. Promosso dal Lions Club Brescia TeamLife con il patrocinio del Ministero per le disabilità e giunto quest’anno alla sua terza edizione, ha riunito istituzioni, scuole, giurie e studenti, ma soprattutto ha unito voci diverse in un unico coro: quello dell’inclusione. “È importante capire e accogliere le diversità degli altri – afferma l'assessore regionale alla formazione, istruzione e lavoro, Simona Tironi – mettendosi a disposizione e tendendo una mano. Imparare a essere a fianco degli altri fin da giovani, rappresenta la chiave vincente per essere protagonisti e diventare persone di successo. I giovani hanno sempre più bisogno di testimonianze e di esempi positivi”. Settantaquattro istituti di secondo grado, da ogni regione d’Italia, hanno risposto all’invito, partecipando con entusiasmo e impegno. Migliaia di studenti e studentesse si sono confrontati sul tema della “leggerezza” come chiave per abbattere i muri invisibili dell’esclusione e della “libertà” come possibilità concreta di essere sé stessi. E lo hanno fatto con ogni mezzo espressivo a disposizione: disegno, scrittura, musica, fotografia, video, perfino intelligenza artificiale. Le sezioni del concorso hanno accolto bozzetti, poesie, brani musicali, immagini e manufatti. Opere in cui la fragilità non è stata nascosta, ma sospesa, sollevata, trasformata in una risorsa. Ogni partecipante ha raccontato un pezzetto di mondo, di emozione, di visione. E il risultato è stato un mosaico umano, toccante, potente. Tra i riconoscimenti assegnati, spicca il “Best in Show”, premio speciale per l’opera che meglio ha incarnato lo spirito dell’iniziativa.
Ma ogni sezione ha avuto i suoi vincitori, selezionati da una giuria composta da esperti del mondo dell’arte, del giornalismo, della cultura e della disabilità. Una giuria che, prima ancora di giudicare, ha saputo ascoltare. E poi c’erano loro: i ragazzi. Giovani sorridenti, emozionati, fieri. Giovani che hanno raccontato il disagio con delicatezza, che hanno disegnato la solitudine, musicato l’empatia, scritto della bellezza della diversità. Il concorso non è solo una competizione: è un’esperienza formativa, un cammino interiore, una palestra di cittadinanza. È un invito a guardare oltre i limiti visibili, a scoprire la poesia che abita ogni fragilità. E a farlo insieme. In un tempo in cui l’indifferenza sembra essere la scorciatoia più facile, “Rappresentiamo l’Inclusione, Fragilità Sospesa” ci ricorda che la differenza non è un ostacolo, ma un valore. E che l’inclusione non è solo un diritto: è un dovere. E una meravigliosa possibilità.
