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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 04 gen 2017 10:50

Lo stile della nonviolenza

Le iniziative legate alla Marcia tenutasi lo scorso 1° gennaio continueranno nelle Tende della Pace

Dopo la Marcia nazionale della pace tenutasi a Bologna lo scorso 31 dicembre, anche Brescia ha risposto all’appello rinnovando il tradizionale appuntamento del 1° gennaio. “La non violenza: stile di una politica per la pace” (titolo del Messaggio per la 50ª Giornata Mondiale della Pace, la quarta di papa Francesco) è stato il leitmotiv dell’iniziativa che quest’anno si protrarrà nel corso del mese di gennaio all’interno delle “Tende della Pace”. Cosa sono? Qual è la loro funzione? Lo abbiamo chiesto a Enzo Torri, presidente del circolo Acli San Polo: “All’interno di queste tende si svolgeranno le iniziative che ogni comunità sta costruendo: dibattiti, letture, mostre, senza dimenticare il coinvolgimento delle scolaresche. Sono stati pianificati programmi molto articolati in modo da fornire una diffusione più capillare per coinvolgere il maggior numero di persone”.

Qual è stata la risposta della cittadinanza rispetto alla Marcia della pace? Quali sono i prossimi appuntamenti?

È una manifestazione sempre molto sentita e partecipata. Era presente gente comune, persone provenienti dalle parrocchie, legate all’associazionismo, senza dimenticare la presenza delle istituzioni, l’iniziativa vede il patrocinio di ben 4 Comuni: Brescia, Botticino, Castenedolo e Rezzato. Gli appuntamenti continueranno il 13, 14 e 15 gennaio con la Tenda della Pace allestita sul piazzale del circolo di San Polo presso la parrocchia di S.Angela Merici per proseguire il 20, 21, 22 di gennaio a S.Eufemia presso il parco della chiesa; contemporaneamente verrà allestita a Castenedolo, in piazza Cavour. Il 27, 28, 29 sarà la volta della parrocchia di San Polo (di fronte all’Alfa Acciai ndr) nel piazzale della chiesa e a Rezzato presso le scuole Tito Speri. Il programma si chiude con un’iniziativa congiunta presso la parrocchia di S. Angela Merici lunedì 30 gennaio. Nell’occasione porremo un quesito all’on. Mario Sberna, all’on. Gianpiero Scanu, oltre che a Francesco Vignarca, coordinatore Rete italiana per il disarmo. A loro chiederemo il perché per ricercare la pace si faccia ricorso alle armi, alla guerra: l’esatto contrario del messaggio di papa Francesco quando dice che al male bisogna rispondere con il bene.

ROMANO GUATTA CALDINI 04 gen 2017 10:50