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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 23 ott 2018 08:12

Presidenza della Provincia. Corsa a due

Samuele Alghisi (centro sinistra) e Giorgio Bontempi (centro destra) alla ricerca dei voti di consiglieri comunali e sindaci del Bresciano per la successione a Pier Luigi Mottinelli nella guida di Palazzo Broletto

Il 31 ottobre prossimo più di 2500 tra consiglieri comunali e sindaci del Bresciano andranno alle urne per scegliere il successore di Pier Luigi Mottinelli alla presidenza di Palazzo Broletto e il nuovo consiglio provinciale. La riforma Delrio che ha fatto della Provincia un ente di area vasta o di secondo livello e dunque non espressione del voto popolare ha tolto alla competizione molto del suo interesse, anche se l’importanza politica di questi organismi continua a restare alto. Due in candidati in corsa per la presidenza. Si tratta di Samuele Alghisi, 47 anni, confermato nel giugno scorso alla guida del Comune di Manerbio scelto dal centro sinistra a scelto per la corsa alla successione di Mottinelli, e di Giorgio Bontempi,  Giorgio Bontempi, 55 anni, sindaco di Agnosine dal 2013 e già assessore provinciale dal 2009 al 2014, scelto da tutto il tutto il centro destra bresciano per tentare la conquista della presidenza di Palazzo Broletto. In questa intervista presentano le ragioni della loro candidatura e progetti per la Provincia.

Perché questa candidatura?

Alghisi. La mia è una candidatura figlia della trasformazione della Provincia in ente di secondo livello, per effetto della riforma Delrio. Possono concorrere alla carica di Presidente amministratori locali che abbiano davanti una prospettiva di mandato sufficientemente ampia per garantire continuità al governo della Provincia. Non sono moltissimi gli amministratori che fanno riferimento all’area del centro sinistra con queste caratteristiche. Alla fine ho accettato la proposta di chi mi chiedeva questa disponibilità non solo perché altri potenziali candidati hanno ritenuto, per diverse ragioni, di dover declinare l’invito, ma perché ho percepito la fiducia di molti convinti che, sulla mia persona, si possano far convergere le diverse realtà che fanno il centro sinistra.

Bontempi. Si tratta di una candidatura che non ho cercato. È stato il segretario provinciale della Lega Nord a chiedermi la disponibilità. Il fatto che il mio nome fosse condiviso all’unanimità non solo dal mio partito, ma anche da Forza Italia, da Fratelli d’Italia e da tante liste civiche che fanno riferimento all’area del centro destra è stata la spinta determinante a sciogliere la riserva, perché ho considerato questa convergenza come il riconoscimento del buon lavoro svolto in campo amministrativo, sia come sindaco che, in passato, come assessore provinciale.

Cosa significa oggi, dopo la riforma Delrio per altro mai completata, candidarsi alla presidenza di questo ente di area vasta?

Alghisi. La Provincia di Brescia, come molte altre, è stata fortemente penalizzata da una riforma che, poi, non ha trovato completamento causa il fallimento del referendum del dicembre 2016. Candidarsi a governare la Provincia in questo contesto significa mettersi nell’ottica di fare fronte a tutta una serie di competenze con risorse molto più risicate, praticamente dimezzate, rispetto al passato. Significa avere piena coscienza di grosse difficoltà, con cui anche Pier Luigi Mottinelli, nel corso del suo mandato quadriennale che sta volgendo al termine, ha dovuto fare più e più volte i conti. Candidarsi alla guida di palazzo Broletto significa non dimenticare mai che Brescia è tra i più importanti enti di area vasta del territorio nazionale, addirittura più grande di alcune regioni; è una Provincia chiamata a dare importanti risposte ai suoi cittadini che vivono su un territorio estremamente eterogeneo.

Bontempi. Sicuramente significa mettere in conto più fatica e un numero di ostacoli maggiori rispetto al passato. Si tratta di pericoli e rischi che da sindaco conosco bene. Sono abituato a situazioni non facili. Candidarsi oggi per la presidenza della Provincia, in una stagione in cui la legge Delrio ha tolto risorse e competenze significa mettere in conto un impegno non semplice, gravoso. L’esperienza maturata in questi anni in un Comune piccolo come Agnosine, in cui questo genere di difficoltà sono all’ordine del giorno, costituisce un importante patrimonio a cui attingere per dare risposte al territorio e risolvere i problemi.

Fra le competenze che la riforma ha lasciato alle Province, ce n’è una che più di altre che avverte come prioritaria in caso di elezione?

Alghisi. Credo che uno dei primi temi di cui il nuovo presidente dovrà occuparsi sarà quello ambientale. Ci sono alcune azioni che fanno messe in campo a brevissimo termine. Sappiamo tutti che c’è un piano cave che è scaduto da due anni, c’è il tema delle discariche per cui è stata chiesta una moratoria di cinque votata all’unanimità per evitare che giungano nel Bresciano rifiuti da altre parti del Paese. C’è poi tutta la parte del servizi che l’ente Provincia rende ai territori. Penso alla viabilità, alla manutenzione delle strade. Nel Bresciano c’è una rete stradale di più di 2.000 chilometri da gestire con budget molto più ridotti che in passato. Si tratta di priorità che diventano sfide importanti.

Bontempi. Tra le priorità a cui mettere mano c’è quella della viabilità, con la manutenzione della rete viaria provinciale che oggi presenta più di una situazione critica. Dopo quanto è avvenuto a Genova credo diventi di primaria importanza dare la dovuta attenzione allo stato di salute di viadotti e gallerie che nel Bresciano sono numerosi. Non meno importante è il tema della manutenzione degli edifici scolastici in cui ogni giorno entrano migliaia di ragazzi bresciani impegnati in cicli di studi secondari di secondo grado. La Provincia deve impegnarsi perché alle eccellenze espresse sul versante della proposta formativa corrisponda anche l’eccellenza delle strutture che ospitano gli istituti. Gli studenti bresciani e le loro famiglie devono avere la certezza di potere andare a scuola in piena sicurezza. Non meno importante è il tema del trasporto scolastico: visto che i costi di questo servizio non sono indifferenti, gli utenti devono avere la garanzia di poter viaggiare al meglio e tranquillo. Lo stessa qualità del servizio deve essere garantita anche a chi usa il trasporto pubblico per questioni di lavoro.

Passato il momento elettorale è possibile ipotizzare un fronte comune all’interno del nuovo consiglio provinciale per chiedere quello che la Provincia di Brescia merita?

Alghisi. Anche se saremo costretti a fare di necessità virtù, non nascondo che per riuscire a realizzare quelle che riteniamo delle priorità, ossia gli interventi su strade e scuole, sarà necessario pensare a un piano programmatico che tenga conto di un lavoro in progressione con interventi che non si accavallino l’uno con gli altri. Sono, però, convinto che difficilmente la Regione e il governo centrale potranno girare la testa dall’altra parte di fronte a un consiglio come quello della Provincia di Brescia che, coeso e unito, chiede maggiore attenzione e più risorse per un territorio così importante, com’è quello Bresciano. Non dimentico, però, che governare una Provincia non è un’azione politica, ma porre in atto precise scelte amministrative concrete e su questo campo è facile trovare la convergenza e la compattezza dell’intero consiglio.

Bontempi. Sicuramente sì. Già da adesso posso garantire che, se eletto, sarò il presidente di tutti e non solo di una parte politica. Lo sarò di tutti i cittadini e di tutti gli amministratori del Bresciano. Solo mettendo insieme un fronte comune riusciremo a fare passare il messaggio che Brescia deve avere risorse e competenze che si addicono a una provincia così importante. Credo però, che, in caso di vittoria, il poter contare su un governo regionale e su uno nazionale della medesima connotazione politica possa essere un vantaggio in tema di attenzione e di reperimento di risorse. Sono convinto che la vicinanza, la riconoscibilità di un ente da parte dei cittadini dipenda molto dalla capacità che lo stesso dimostra nel dare risposte precise.

Che tipo di Provincia ha in mente?

Alghisi. Penso, in continuità con la presidenza di Pier Luigi Mottinelli, a una Provincia di servizio che sia la casa dei Comuni; una Provincia che vada avanti nel percorso di costituzione delle Aree territoriali omogenee che raggruppano Comuni che suggeriscono alcuni temi e li realizzano.

Bontempi. Sicuramente penso a una Provincia che abbia coscienza della sua importanza sia sul piano regionale che su quello nazionale, in grado di dialogare sin da subito con il presidente della Regione Fontana perché garantisca anche a Brescia quelle competenze date a Sondrio. Abbiamo bisogno di maggiori risorse e maggiori competenze.

MASSIMO VENTURELLI 23 ott 2018 08:12