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Brescia
di VITTORIO BERTONI 25 gen 2017 10:21

Progetto "Nexus"

Un laboratorio per costruire connessioni fra istituzioni, società civile e comunità locali finalizzate all’inclusione sociale degli autori di reato. È lo scopo di ‘Nexus’ che fa capo all’Uepe - Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna

Un laboratorio per costruire connessioni fra istituzioni, società civile e comunità locali finalizzate all’inclusione sociale degli autori di reato. È lo scopo di ‘Nexus’ che fa capo all’Uepe - Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna – cui è attribuito il compito di seguire le persone condannate in misura alternativa alla detenzione e gli imputati ammessi alla sospensione del procedimento con ‘messa alla prova’. A Brescia la rete, partita un paio di anni fa, è già solida e vede l’adesione di Associazione comuni bresciani, Amministrazione penitenziaria, Camera penale, Dipartimento di Giustizia minorile, Caritas, Associazione Carcere e territorio, Ats, Cooperativa di Bessimo, Centro servizi volontariato e Federcooperative, ma punta ad aggregare ulteriori attori locali per potenziare le forme di punizione legale diverse dalla reclusione che sono scaturite dai recenti mutamenti normativi e dalle iniziative assunte dal Ministro della Giustizia.

“Un modo diverso e più moderno – spiega Francesca Lucrezi, direttore reggente di Uepe – di concepire la pena, che punta all’inclusione e non all’esclusione. Cerchiamo di non tagliare il cordone ombelicale con l’esterno, perché ciò che è alternativo al carcere è sicuramente molto più efficace”. Nel corso del 2016 l’Uepe ha gestito 4.657 casi, il 50% dei quali riferito alla messa alla prova (962 ai lavori di pubblica utilità) con un incremento rispetto al 2015 del 140%. La concezione di una pena rieducativa e non solo retributiva rappresenta anche un investimento per il futuro. “Il rischio di recidiva - precisa Patrizia Ciardiello, coordinatrice regionale del laboratorio – crolla quando si sconta la pena in modo alternativo al carcere. Nexus promuove inclusione per generare una diversa concezione di sicurezza e una diversa coesione sociale”. Una risposta concreta a nuovi bisogni che, senza fare sconti, consenta agli autori di reato di recuperare quanto perduto in anni di isolamento da quella comunità nella quale, dopo il carcere, sono destinati a tornare.

VITTORIO BERTONI 25 gen 2017 10:21