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Brescia
di ELISA PELLEGRINELLI 10 apr 2020 12:00

Quando l'affido passa dalla rete

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Appuntamento online, venerdì 17 aprile, con il Coordinamento famiglie affidatarie di Brescia per sensibilizzare la popolazione. Marco Mason del Cfa: “L’obiettivo è dare avvio un percorso di formazione”

Venerdì 17 aprile alle 20.45, il Coordinamento famiglie affidatarie di Brescia (Cfa) organizza una serata online volta a sensibilizzare la popolazione sulla tematica dell’affido. Il collegamento sarà possibile attraverso l’uso della piattaforma online Jitsi. Oltre al presidente dell’Associazione “FA Affido” di Brescia, Matteo Faini, sarà presente anche il responsabile alla formazione del Cfa Marco Mason, che ha spiegato i perchè di questa “serata virtuale”.

Qual è l’obiettivo principale della serata?

Lo scopo della videoconferenza che faremo venerdì 17 aprile è soprattutto quello di sensibilizzare la cittadinanza bresciana alla delicata tematica dell’affido. Verranno fornite informazioni e direttive che riguardano non solo le modalità, ma anche l’iter burocratico e amministrativo che precede e segue il processo affidatario. Sarà una serata importante perché lancerà anche l’appuntamento che abbiamo fissato per metà maggio, dove verranno fornite numerose testimonianze di famiglie affidatarie bresciane. Il primo incontro sarà quindi informativo, mentre il secondo rappresenterà una vera e propria testimonianza diretta.

In questo periodo complicato, come state affrontando la difficile situazione in cui si trovano bambini e ragazzi che aspettano di essere assegnati ad una famiglia affidataria?

Abbiamo ovviamente riscontrato un rallentamento, causato dalle difficoltà che la pandemia sta creando. Noi del Cfa, insieme ad altre tre associazioni per l’affido con sedi bresciane, dobbiamo in primis essere in contatto con gli assistenti sociali e con le istituzioni di tutela minorile. Ci sono capitati a marzo due casi d’emergenza, in cui due bambini piccoli sono stati “prelevati” da due famiglie affidatarie e vivono tutt’ora con loro. Si tratta dei cosiddetti pronti intervento, ovvero casi particolari, ma piuttosto ricorrenti in cui i minori devono essere repentinamente presi in affido e tolti dal loro ambiente domestico per questioni di protezione e di tutela.

Negli ultimi cinque anni avete riscontrato un aumento nella richiesta d’affido da parte delle famiglie e dei singoli individui?

Per quanto riguarda il trend degli ultimi anni, posso affermare che c’è una richiesta costante da parte di genitori o di singoli che vogliono aprirsi all’affido. Parlo anche di singoli individui perché, a differenza della normativa vigente per l’adozione, le norme relative all’affido valgono sia per le coppie che per chi è single. In questo periodo complicato e estremamente delicato, abbiamo appunto deciso di tenerci attivi a livello telematico e di rendere efficace la nostra comunicazione con la cittadinanza e con le istituzioni. L’obbiettivo è infatti quello di poter poi sperare di far partire un ciclo di cinque incontri di formazione per divenire genitori affidatari durante l’autunno.

ELISA PELLEGRINELLI 10 apr 2020 12:00