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Brescia
di REDAZIONE 14 nov 2019 08:03

Sassoli: i giovani, speranza d'Europa

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Domani il presidente del Parlamento europeo sarà a Brescia per l'inaugurazione della terza edizione del Festival della pace. Prenderà parte, alle 17.230 in palazzo Loggia, a una riflessione a più voci sull’Europa di ieri e di oggi e sul significato dei vecchi e dei nuovi muri che dividono la famiglia umana. Sullo stesso tema era intervenuto giorni fa all'assemblea plenaria dell'Europarlamento

Si apre domani a Brescia la terza edizione del Festival della pace. Anche quest’anno la kermesse ospita figure di grande rilievo che, a livello internazionale, si sono esposte per difendere i diritti umani e l’armonia tra i popoli. Quest’anno ricorrono i trent’anni dalla caduta del muro di Berlino, un evento epocale nella storia europea e mondiale. Per questo la nuova edizione del Festival sarà un’occasione per sviluppare una riflessione su quell’avvenimento cruciale e sulle conseguenze per il mondo contemporaneo. Ospite d’onore della serata di apertura, con un approfondimento sull’Europa di ieri e di oggi e sul significato dei vecchi e dei nuovi muri che dividono la famiglia umana, è il presidente del parlamento europeo David Sassoli.

Proprio nei giorni scorsi è intervenuto all’assemblea plenaria dell’Europarlamento di Bruxelles per commemorare la caduta del muro di Berlino, anticipando, probabilmente, molte delle riflessioni che proporrà anche a Brescia. Questo il suo intervento: “ Trent’anni fa la Germania e l’Europa vivevano una delle pagine più importanti e significative della loro storia recente. Dopo decenni di sofferenza la ferita lacerante della divisione della Germania e dell’Europa, trovava la sua ricomposizione attraverso la caduta del suo simbolo più evidente ed odioso. Finalmente il muro cadeva sotto la spinta di migliaia di donne e di uomini ansiosi di riconquistare la propria libertà e la propria dignità dopo anni di oppressione e di privazione dei propri diritti fondamentali. Voglio ricordare che il successo di quella notte fu il frutto della determinazione di milioni di cittadini europei dell’Est che pacificamente, senza alcuna violenza ma solo attraverso la forza delle proprie ragioni furono in grado di liberarsi del giogo cui per decenni erano stati sottoposti.

È anche al coraggio di quei cittadini europei che oggi desidero rendere omaggio. Io in quei giorni ero tra quei giovani e ricordo la felicità incontenibile, gli abbracci, le lacrime, lo sguardo incredulo dei Vopos che vedevano il loro mondo sbriciolarsi alla stessa velocità con cui il Muro si disfaceva sotto i colpi dei picconi. Ricordo bene anche la consapevolezza ben radicata in tutti noi di vivere un momento unico ed irripetibile della storia che finalmente chiudeva una pagina buia fatta di oppressione, di lutti e di annullamento della libertà e ne apriva un’altra, carica di ottimismo e di speranza per il futuro. Oggi, a trent’anni dalla caduta del muro possiamo dire che quell’entusiasmo e quella speranza non sono stati traditi: se l’Europa in cui viviamo oggi è un luogo migliore lo dobbiamo all’Unione europea ed alle conquiste che ha saputo ottenere. Lo voglio dire con chiarezza: la democrazia europea, i valori ed i principi su cui essa si basa purtroppo non sono irreversibili. Per questo è necessario l’impegno e la determinazione di tutti noi a loro difesa. Si tratta di una lotta che dobbiamo condurre giorno per giorno. Senza sosta.

Da testimone di quei giorni straordinari a Berlino non posso non guardare con grande preoccupazione al ritorno, in Europa, di fantasmi che credevamo morti e sepolti sotto il peso della storia. È con incredulità ma anche con immensa rabbia che ci troviamo a constatare come il demone dell’antisemitismo torna ad affacciarsi in Europa. Tornano in mente i purtroppo numerosissimi episodi della storia recente europea. Penso ai tragici fatti di Halle, alla profanazione del cimitero ebraico di Randers, in Danimarca, e alle minacce di cui è stata fatta oggetto in Italia, la senatrice Liliana Segre, cui va il mio caloroso e riconoscente saluto. Il risorgere dell’antisemitismo è il frutto anche della rinascita dei nazionalismi, della xenofobia, del razzismo, del rifiuto di tutto ciò che è diverso da noi.

Questi fenomeni sono anche il terreno di cultura del terrorismo che minaccia l’Europa e il mondo intero con atti di violenza. Siamo costretti a confrontarci quotidianamente rispetto ad ingerenze che cercano di minare, in forme diverse, le nostre conquiste e la sicurezza dei cittadini europei. Dobbiamo essere uniti per rispondere a questi attacchi e rafforzare la nostra unione mettendo in sicurezza i nostri confini. Spesso mi chiedo come sia possibile oggi per un cittadino europeo dimenticare la lezione della storia del nostro continente e dei nostri padri. Una storia ricca di pagine gloriose ma anche di sofferenze e di orrori come quelli che evocavo poco fa. La risposta che trovo è quella della necessità di insistere sulla conoscenza e sul ricordo. Mi riferisco in particolare ai più giovani, che quella storia non l’hanno vissuta ma l’hanno appresa magari sui libri o in rete. È a loro che in questo momento desidero rivolgermi con particolare affetto perché è in loro che riponiamo le nostre speranze”.

REDAZIONE 14 nov 2019 08:03