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Brescia
di REDAZIONE 08 ott 2019 08:25

Si scrive Brescia si legge Hollywood

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Negli anni la città e la provincia sono state scelte da tanti registi come location di film e fiction. Il dettagliato elenco frutto di un lavoro di ricerca di Visit Brescia

Tanto si è scritto in anni recenti sulla trasformazione di Brescia, da terra totalmente e “calvinisticamente” dedita al lavoro, a “patria” della cultura, un cambio di passo che non ha interessato solo la città, ma anche la provincia. Alla narrazione mancava, però, un capitolo importante: quello relativo a una terra che, con le sue bellezze paesaggistiche e il suo immenso patrimonio storico-architettonico sa stimolare la fantasia di registi in cerca di location suggestive per lo loro opere. A colmare la lacuna ci ha pensato Visit Brescia, il “braccio operartivo” di Bresciatorusim sul fronte della promozione delle bellezze bresciane. Nei giorni scorsi ha passato in rassegna tutte le località bresciane che nel corso dei decenni hanno ispirato registi nazionali e internazionali e l’elenco che ne è scaturito non è certo insignificante.

La città di Brescia ha invece offerto un vasto carnet di esterni per un classico del B movie poliziesco anni ’70 come “La polizia sta a guardare” di Roberto Infascelli. Le Giulie delle forze dell’ordine sfrecciano pericolosamente per le vie del centro e percorrono una tangenziale in via di ultimazione, in prossimità dell’odierno centro commerciale, toccando anche il quartiere Primo Maggio, vicino alla ferrovia. Gli archi dei portici di Corso Zanardelli sono il luogo scelto per la consegna del riscatto che apre il film, in cui la questura ha le sembianze di Palazzo Broletto, riconoscibile grazie alla fontana di Piazza Paolo VI. Si apre poi con una bellissima panoramica di Piazza Duomo “Il Magnifico Cornuto”, che Antonio Pietrangeli si risolse ad ambientare – almeno in parte - proprio in città, dopo che Cremona aveva rifiutato di prestarsi come set per la storia d’infedeltà di provincia che sarebbe passata alla storia come uno dei migliori film del regista, datato 1964, con Ugo Tognazzi e Claudia Cardinale. Sempre in città sono state girate anche parecchie scene della fiction del 2002 “L’ultimo rigore” con Enzo De Caro, dedicata alle luci e alle ombre del mondo del pallone, dalle giocate esaltanti agli interessi miliardari, dall’attaccamento alla maglia del cuore al dramma della droga.

Il regista bresciano Claudio Uberti, per anni collaboratore del Centro delle comunicazione sociali “Mons. Sanguineti”, nel 2014 ha ambiento molte scene del suo “Rosso Mille Miglia”, tra piazza Vittoria, l’hotel Vittoria e tanti altri dei tradizionali spazi occupati dalla Freccia Rossa.

Il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Brescia diventa luogo di incontro di amanti in “Un certo giorno” di Ermanno Olmi, che immortala all’inizio della propria carriera anche l’epopea idroelettica della provincia. Concepito inizialmente come documentario per Edisonvolta, “Il tempo si è fermato” diventa poi il suo primo lungometraggio, che segue la nascita di un’amicizia sulla grande diga nei pressi del Monte Adamello, in una baracca vicino al lago Venerocolo in Valle Camonica.

In tempi meno recenti anche il regista Achille Rizzi ha scelto Brescia come set per le sue produzioni di carattere storico, a partire da “La risposta” dedicata alla figura di Paola Di Rosa, la fondatrice delle Ancelle della Carità.

Non è stata da meno, come set cinematografico, la provincia. In tempi recenti la “mitica” Strada della Forra ha offerto i propri tornanti di montagna a strapiombo sul Lago di Garda anche all’ennesimo inseguimento dell’agente 007 nel 22esimo episodio della sua infinita saga, “Quantum of Solace”. Già set cinematografico per “The International” e per spot di svariati marchi automobilistici, la Provinciale 38 – definita da Churchill l’ottava meraviglia del mondo – che dalla Gardesana porta verso Tremosine pare avere un’autentica vocazione per il film di spionaggio.

Se nel romanzo da cui il film è tratto, lo sfondo italiano era quello del ponente ligure, la trasposizione cinematografica di “Call me by your name” sposta le location in Lombardia, nelle vicinanze dell’abitazione del regista Luca Guadagnino. Nonostante gran parte della vicenda ruoti attorno all’ormai mitica casa dei Pearlman a Moscazzano (CR), la visita di Elio e Oliver al sito archeologico porta la pellicola a Sirmione, nel versante meridionale del Lago di Garda. Le rovine e le colonne appartengono alle Grotte di Catullo, domus romana risalente al periodo tra il I e il II secolo d.C.

Villa Feltrinelli a Gargnano, il lungolago Zanardelli a Salò e il Grand Hotel di Gardone Riviera vennero scelti da Pasolini per il suo contestato “Salò”. Nel 1994 Marco Bellocchio scelse la Franciacorta per gli esterni del film “Il volo della farfalla”.

Sono infine da menzionare due prodotti del cinema di Elisabetta Sgarbi, profonda conoscitrice del territorio di Brescia e, in particolare della Valle Camonica. Presentato a Locarno nel 2009, “L’Ultima Salita – La Via crucis di Beniamino Simoni a Cerveno” ripercorre, con la complicità di Toni Servillo, la via indicata da Giovanni Testori per capire appieno il capolavoro in legno e stucco della scultura italiana commissionato all’artista dal Parroco Gualeni, abbandonato e poi completato dai Fratelli Fantoni. Sette anni dopo, nel 2016, la regista risponde nuovamente al richiamo della Valle per seguire le tracce di Girolamo Romanino in “La lingua dei furfanti”, dedicato al ciclo di affreschi realizzati dal pittore tra il 1532 e il 1541 a Pisogne, a Breno e a Bienno, sottolineandone l’impetuoso e originale scambio di vita e forma.

REDAZIONE 08 ott 2019 08:25